Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 175 del 22/07/2010

IL CASO “Giù le mani dalla mozzarella”

22 Luglio 2010
mozzarella mozzarella

IL CASO

Gennaro Testa, responsabile delle relazioni esterne per il Consorzio Mozzarella di bufala campana Dop: “Gli ultimi casi di contaminazione di merce portata dalla Germania hanno danneggiato l’immagine del prodotto originale. Ma ora la commercializzazione è regolare”

“Giù le mani
dalla mozzarella”

Troppo facile dire mozzarella. Soprattutto dopo gli ultimi casi di contaminazione del famoso formaggio a pasta filata made in Italy. Dalla diossina alla brucellosi fino ai casi di mozzarella blu importata dalla Germania. “Troppo facile dire mozzarella” dice Gennaro Testa, agronomo e responsabile delle relazioni esterne per il consorzio Mozzarella di bufala campana Dop.

“Negli ultimi due anni – spiega Testa – la mozzarella è stata sotto i riflettori dei media, ci sono state una serie di notizie che
hanno danneggiato l’immagine della mozzarella con la M maiuscola. Problemi che per fortuna sono stati tutti superati anche se, dobbiamo dirlo, nella trasmissione di queste notizie è stato più forte l’effetto mediatico rispetto ai fatti accertati. Comunque sia, se c’è stato un calo nella produttività e nella
commercializzazione, l’abbiamo recuperato”.
In merito alla diossina le indagini dell’Unione europea hanno verificato come questa fosse presente in basse quantità ed in pochissimi allevamenti. “Voglio precisare – ha dichiarato Testa – che non ci sono stati sequestri né ritiri del prodotto dal mercato”. Alcuni hanno collegato la presenza della diossina nella mozzarella alla combustione dei rifiuti che nei mesi scorsi invadevano le strade di Napoli. Un’illazione
secondo il Consorzio poiché le bufale non vanno al pascolo ed i foraggi, e quindi il latte, non potevano essere state contaminati  in questo modo. Per quel che riguarda il caso della mozzarella blu Testa precisa: “Non si è trattato di mozzarella di bufala, ma di mozzarella vaccina prodotta in Germania. Questa volta la notizia è passata correttamente, anzi il fatto che siamo stati contattati da diversi organi di stampa ci ha consentito di parlare della mozzarella di bufala campana, dei controlli per la certificazione del marchio
Dop fatti da organi istituzionali come i Nas, ed i responsabili dell’ispettorato controllo qualità del ministero delle Politiche agricole”.
Un’occasione dunque, per rivendicare la paternità su un prodotto che viene identificato, come accade per pizza o pasta, con un termine generico.  Nel 2009 sono state prodotte 34 mila tonnellate di Mozzarella campana Dop. Il 17% della produzione è stato esportato in Francia, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Svizzera e nell’ultimo periodo anche Russia, Sud-est asiatico e, forse complice il Mondiale calcistico anche in Sudafrica. Parliamo del quarto formaggio in Italia dopo Grana padano, Parmigiano reggiano e Gorgonzola. In termini di valore di produzione la Mozzarella campana supera il Gorgonzola e si piazza al terzo posto con un fatturato di 300 milioni di euro l’anno.

Pi. Zag.