Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 7 del 03/05/2007

IL DIBATTITO: Le Strade del vino? Una risorsa su cui puntare

03 Maggio 2007
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    IL DIBATTITO

alessio.jpgAlessio Planeta interviene sull'inchiesta pubblicata su Cronache di Gusto: “Il percorso è lungo ma sono state sviluppate molte iniziative e stiamo lavorando per creare un flusso turistico che al momento non esiste”

“Le Strade del vino? Risorse su cui puntare”

di Alessio Planeta*

Leggo sempre con interesse Cronache di Gusto per i temi che tratta e la stima che mi lega a molti dei responsabili. Bello e utile, e per questo ringrazio i responsabili che perdoneranno il mio intervento in disaccordo. Ma forse questo è il bello dello strumento democratico della rete.

alessio2.jpgHo letto qualche giorno addietro la cura per il futuro del Nero d'Avola suggerita da Feudo Arancio ed ora i diversi interventi su Le Strade del Vino di Sicilia.
Ritengo utile un breve intervento frutto della mia esperienza con la Strada del vino Terre Sicane ed alcune precisazioni dato, che a mio modesto avviso si disegna un quadro incompleto e pessimistico. Il poco spazio, non mi permette di articolare come vorrei il mio punto di vista su uno strumento – le “Strade del Vino” – che secondo me potrebbe essere fondamentale per gestire al meglio lo sviluppo del mondo del vino della nostra amata Sicilia, mettendo insieme vino, gastronomia (agricoltura in definitiva), paesaggio e beni culturali.
Le Strade del Vino – associazione tra i soggetti interessati al turismo enogastronomico e alcune istituzioni locali – hanno come vera funzione quelle di:
a.. dare l'opportunità di centralizzare alcuni servizi,
b.. promuovere i territori ove ricadono
c.. supportare i soci a sviluppare le proprie specifiche potenzialità ricettive
d.. vendere pacchetti turistici

In Sicilia le Strade del Vino sono nate ben prima della costituente legge Regionale, quindi dei fondi, grazie all'entusiasmo di alcuni, e da subito hanno lavorato per sensibilizzare le istituzioni circa il potenziale dello strumento e del turismo enogastronomico della Sicilia.
Il percorso è lungo: oggi le strade gestiscono budget miseri, derivanti dalle quote dei soci. Il calcolo delle risorse è facile e dipende dal numero e dal peso dei soci ma credo di poter dire che si va da un minimo di 10.000 a forse 40.000 euro l'anno. Già una sede e qualcuno che risponda al telefono è un lusso, figuriamoci dei manager del turismo e professionalità in genere. Ciò nonostante, e ci dispiace che non siamo riusciti a farci notare, sono state sviluppate molte iniziative tra le quali formazione, presenza ad alcune fiere, produzione e divulgazione di materiale promozionale, attività e ogni evento possibile consentito dal budget.
Poco e non abbastanza, ma i fondi – credo in arrivo – daranno qualche energia in più. Noi stiamo lavorando per creare un flusso turistico che al momento non esiste e che in pochi sono in grado di gestire, ad eccezione di alcune mete di aziende che, per assurdo, hanno meno bisogno di una strada che le supporti. Viviamo in una terra dove il turismo enogastronomico è parte di una più complessa e articolata offerta turistica. Gli sforzi vanno fatti in modo da avere prima le aziende pronte e poi, o insieme se volete, i visitatori dietro la porta.
Per questo la segnaletica è una piccola parte di tutto ciò; siamo in ritardo solo perché si è ritenuto attendere il nuovo logo unico della Regione prima di aggiornare tabelle e segnaletica. Tuttavia andranno usate con cautela; non tutti possono ricevere sempre come la segnaletica pretenderebbe. Anche questi sono meccanismi che richiedono tempi lunghi, formazione e investimenti. Oggi il flusso di turisti non è sufficiente a giustificare del personale dedicato, inutile fare poesia.
Infine la Palermo-Sciacca. Bella, anzi bellissima. E' la mia strada, la percorro spessissimo, ma non capisco cosa possa unire in termini enologici. No, mi dispiace, la strada deve rimandare almeno idealmente a delle situazioni omogenee per produzioni enologiche o per aree geografiche culturalmente rilevanti. Non si possono mettere insieme Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e Sciacca. E poi è una strada grande, troppo grande; a me piacciono di più le strade strette, le trazzere appunto, da percorrere lentamente (Slow) con occhi e mente aperta!
Per chiudere, lungi da me pensare che tutto va bene, tutt'altro. Vorrei un maggiore entusiasmo e coinvolgimento dei soci, molti più fondi e gestiti in modo snello e soprattutto un maggiore coordinamento di sforzi, iniziative ed energie.
Nel vino la Sicilia, con luci e ombre, ha girato pagina ed è una realtà sotto gli occhi di tutto il mondo. Una scommessa e un obiettivo dei prossimi anni potrebbe essere quello di provare a ripetere i successi nel turismo enogastronomico.
E se le Strade del Vino diventassero il tavolo, il luogo dove “organizzare/coordinare/promuovere” beni culturali, paesaggio e offerta enogastronomico? Se il Satiro nei suoi tanti (troppi) viaggi portasse nel bagaglio a mano vino e olio? E se nel Teatro Greco di Siracusa ci fosse anche un minimo spazio per quel Moscato che esiste da millenni? Ma siamo in Sicilia.

* Presidente Strada del Vino “Terre Sicane”