Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 60 del 08/05/2008

CIBO & STORIA Bistecca, questione di Romanticismo

07 Maggio 2008
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    CIBO & STORIA

fracois-rene.jpgL’ideatore della “Chateaubriand” sarebbe il cuoco di François-René. Il letterato e statista francese amava la buona tavola, ma litigava con la moglie sull’orario della cena

Bistecca, questione
di Romanticismo

François-René de Chateaubriand letterato e statista, è tra i padri del romanticismo francese.


    CIBO & STORIA

L’ideatore della “Chateaubriand” sarebbe il cuoco di François-René. Il letterato e statista francese amava la buona tavola, ma litigava con la moglie sull’orario della cena

Bistecca, questione di Romanticismo

fracois-rene_dentro.jpgFrançois-René de Chateaubriand letterato e statista, è tra i padri del romanticismo francese. Fra le varie ipotesi legate alla provenienza del nome delle grandi fette di carne dette “Chateaubriand”, oltre a quella che le collegherebbe alla piccola città della Loira francese che porta lo stesso nome, molto nota nell’antichità per avere uno di più grandi mattatoi d'Europa, ci sarebbe anche quella che ne attribuirebbe la creazione al cuoco della famiglia del letterato francese.
L’elemento caratteristico di queste bistecche è la scelta della parte del filetto da utilizzare, che è mediana ma spostata un po’ verso la “testa” (gli intenditori la chiamano la parte del 2/5, speculare a quella dei tournedos, detta dei 4/5). La “Chateaubriand” indica, nella cucina internazionale, una grossa fetta di carne, di circa mezzo chilo, tratta proprio dal “cuore” del filetto di bovino adulto.
C’è anche un aneddoto che viene raccontato sull’orario di cena della famiglia Chateaubriand, che vede protagonisti proprio la coppia. François-René desiderava cenare intorno alle sette della sera, prima di quell’orario diceva di non avere ancora appetito. La sua compagna, invece, madame Recamier avvertiva i languori di stomaco già alle cinque del pomeriggio. Per questo motivo sembra che i due raggiunsero un compromesso, che però forse non stava bene a nessuno. Decisero di sedersi a tavola alle sei del pomeriggio, con un risultato desolante: nessuno dei due toccava il cibo durante il convivio.

filetto_60.jpgBistecche de Chateaubriand
La Chateaubriand viene cucinata intera, tagliata a fine cottura e utilizzata per due porzioni. Esistono diverse modalità di cottura di questa carne, alla griglia, al forno o in padella. Generalmente viene servita con un contorno di verdure lesse o con del burro aromatizzato alle erbe che ne esalti il gusto.
La preparazione. Ungere con olio d’oliva un’unica fetta di filetto (alta 2 o 3 dita) e lasciarla marinare per un paio d’ore. Arrostirla velocemente a fuoco vivo da entrambi i lati in una padella nella quale sarà stato fatto fondere del burro. Abbassare la fiamma e completare la cottura, rigirando un’altra volta, per una decina di minuti o più. Spegnere il fuoco, coprire e lasciare riposare per cinque minuti. Affettare il filetto e servirlo ricoperto del fondo di cottura, accompagnato con semplici contorni. Consigliate le verdure lesse o saltate con un po’ di burro.

Carla Fernandez