Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 60 del 08/05/2008

QUI MILANO A cena da Arlecchino

07 Maggio 2008
arlecchino_hp60.jpg arlecchino_hp60.jpg

    QUI MILANO

Nella casa che secondo la tradizione ha dato i natali alla maschera, una cucina all’insegna dei arlecchino_hp60.jpgprodotti tipici e della tradizione. Lo scenario: un borgo medievale della valle bergamasca

A cena da Arlecchino

Tutti a cena da Arlecchino. Già, nella casa della maschera più colorata d’Italia si va alla riscoperta dei sapori genuini di un tempo, all’interno di un borgo medievale (comune di San Giovanni Bianco-Bergamo), tra l’antica “via mercatorum”, che porta al Cornello dei Tasso (patria di Bernardo, padre del grande autore della “Gerusalemme Liberata”) e il Cantone dei Grigioni, in piena Val Brembana che costeggia l’antico percorso della “via Priula”.

arlecchino_dentro60.jpgEcco la Taverna di Arlecchino, in quella che secondo la tradizione fu la casa natale della maschera. Una struttura caratteristica e una cucina che porta ad assaggiare i piatti tipici di questo piccolissimo borgo della valle bergamasca. Tutto all’insegna della tradizione tra volte con mattoni a vista e affreschi: “In vino veritas”, “nunc est bibendum”, “pulsate et aperietur vobis”, sono solo alcune delle citazioni latine che si trovano pitturate sui muri, insieme ad altre raffigurazioni tipicamente medievali.
Pri
mo Milesi e Manuel Locatelli sono i due gestori di questo caratteristico locale che, con anni di esperienza e lavoro alle spalle, tramandano la storia del “C’era una volta il signor Arlecchino, che a tutti quanti faceva l’inchino, e se nessuno gli offriva il caffè, lui si girava e faceva pee pee…”, facendola rivivere attraverso i sapori gastronomici ancora intatti: dagli antipasti con degustazione di salumi e formaggi tipici, ai primi piatti quali risottini con funghi porcini, taleggio e rucola, zafferano e salsiccietta, foiade con castagne e strachitunt (formaggio erborinato dalla forma rotondeggiante) o con ragù di cinghiale, crespelline con formaggio branzi o di capra; dai secondi di carne quali le tagliate di manzo, coniglio nostrano o bocconcini di cervo con contorno di polenta e formaggi fusi, ai dolci, strudel di mele con gocce di caramello, torta di pere e amaretti con crema al cioccolato. “Il segreto del gusto – spiega lo chef Primo Milesi – sta nell’utilizzare sempre prodotti freschissimi e di giusta provenienza e cuocerli rispettando le usanze più antiche per non alterarne il sapore: le nostre tagliate, per esempio, vengono servite sulla pietra ardesia calda per mantenere inalterato il sapore mantenendo la temperatura di cottura per circa un’ora. L’ardesia va messa in forno prima di appoggiarvi la carne e servita così al consumatore: in tal modo, quest’ultimo potrà gustare il piatto in tutta la sua autenticità”. propr_arlecchino.jpg
Ma non solo cibo, come spiega Manuel Locatelli: “La nostra cantina è fornita di vini che accompagnano nella maniera migliore questi piatti: Valcalepio, Merlot, Sauvignon, Cabernet e ancora vini trentini, veneti e toscani provenienti dalle migliori cantine. Il tutto servito in maniera cortese e familiare e a prezzi modici”.
Ed ecco la ricetta tipica:

Gnocchetti di patate con strachitunt e castagne
Per 4 persone

Ingredienti:
300gr gnocchetti freschi
Una manciata di castagne cotte in acqua con la buccia
1 bicchiere di panna
Una manciata di formaggio grattugiato
Prezzemolo tritato q.b.
50gr strachitunt

Procedimento:
Fare cuocere gli gnocchetti in acqua salata. Nel frattempo far sciogliere lo strachitunt nella panna e aggiungere le castagne trattate e sbucciate. Aggiungere parmigiano e prezzemolo tritato. Servire caldo.

Rita Vecchio