Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 61 del 15/05/2008

LA CURIOSITÀ Pantelleria, divisi sul Moscato

14 Maggio 2008
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    LA CURIOSITÀ

uva_moscato_61hp.jpgIl Consorzio di tutela ha chiesto un parere al ministero sulla possibilità di aumentare il coefficiente di trasformazione del vino. Una decisione che fa discutere

Pantelleria, divisi
sul Moscato

La vicenda è nata alcuni mesi fa, quando il Consorzio di tutela e valorizzazione dei vini di Pantelleria decise, tramite Federvino, di chiedere un parere al ministero dell’Agricoltura sulla possibilità di aumentare il coefficiente di trasformazione del Moscato dolce di Pantelleria.

rallo_giacomo_61.jpgIl Consorzio, insomma, vuol sapere se è possibile o meno produrre il Moscato dolce con una inferiore concentrazione di uva. Il ministero, a sua volta, ha girato il quesito all’Istituto regionale della Vite e del Vino. Ma nell’attesa che i tecnici si pronuncino, non tutti i pareri sulla possibilità di una modifica del disciplinare sembrano essere omogenei.
Giacomo Rallo, patron di Donnafugata, continuerà a produrre come fa da sempre: “Donnafugata produce un litro di Moscato Passito, il Ben Ryé, con l'impiego di quattro chilogrammi di uva. Il tempo sembra averci dato ragione. Quest'anno abbiamo lavorato il 30% delle uve Zibibbo dell'isola provenienti dai nostri vigneti, quarantadue ettari, e da altri ottanta di vigneti di nostri conferenti. Pantelleria – continua l'imprenditore – è un piccolo ridolfi_emilio_61.jpgterritorio con delle peculiarità assolutamente uniche e originali, predisposte solo per la definizione di grandi vini di alta qualità. La resa media nei nostri vigneti di uva per ettaro è di circa 60 quintali. Resa che soddisfa il nostro orientamento alla qualità”.
Una visione opposta è quella di Emilio Ridolfi, direttore marketing delle Cantine Pellegrino: “La richiesta del Consorzio – dice – è legata ai cali di produzione che sono stati registrati lo scorso anno e che rende difficile il raggiungimento delle quote previste dal disciplinare. Per questo, prudenzialmente, abbiamo chiesto un parere. L’importante – aggiunge il manager – è che una risposta, qualsiasi essa sia, arrivi prima della prossima vendemmia. Sarebbe assurdo avere un responso dopo, perché non risolveremmo i problemi cui andiamo incontro lasciando la situazione così com’è”.

Marco Volpe