Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 61 del 15/05/2008

L’INCHIESTA Tesoro bio

14 Maggio 2008
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    L’INCHIESTA

limoni_inchiesta61_hp.jpgBoom del biologico in Sicilia. Aumentano le aziende e le vendite, anche se i costi restano alti. La nota dolente: la trasformazione dei prodotti

Tesoro… bio

Sani, sicuri e gustosi. I prodotti biologici sono un toccasana per la salute e per l’ambiente che ci circonda. Sani perché coltivati e trasformati senza pesticidi, additivi chimici, conservanti e coloranti ma solo utilizzando metodi naturali.

Sicuri perché vengono sottoposti periodicamente a severi controlli. Gustosi perché seguono il principio della stagionalità.
Quello delle produzioni biologiche in Sicilia é un trend tutto in crescita: aumentano le superfici dedicate, aumenta la produzione, aumentano le vendite. In leggero aumento anche le aziende che si occupano della trasformazione e dell’immissione sul mercato. Ma se, da un lato, la Sicilia è la regione italiana con la maggiore produzione di biologico, dall’altro è quella che ne trasforma meno rispetto al resto della nazione. I dati aggiornati a dicembre 2006 ci raccontano di un’isola biologica con 6.475 produttori per una superficie totale di 176.660 ettari.
Il record degli operatori spetta all’ennese con 1.868, seguono Messina con 1.130, Catania con 1.034, Siracusa con 1.007, Palermo con 864, Ragusa con 626. Chiudono Trapani (296), Agrigento (293) e Caltanissetta (287).
Ben più modeste, invece, le cifre della trasformazione: 486 aziende in tutta l’isola. Il primato, in questo caso, spetta a Catania con 87, seguono Palermo con 74, Messina con 72, Siracusa con 68, Ragusa con 47, Trapani con 46, Enna con 41, Agrigento con 27 e Caltanissetta con 24.
“La Sicilia tende naturalmente verso il biologico – spiega Giuseppe Ammavuta, dirigente dell’Unità Operativa 18, che si occupa di interventi in materia di agricoltura e zootecnia biologica presso l’assessorato regionale Agricoltura e Foreste – ma il nostro tallone d’Achille è la trasformazione dei prodotti, ancora piuttosto carente. Spesso le aziende preferiscono dedicarsi al ‘convenzionale’ perché c’è più materia prima da trasformare e quindi paga di più. Eppure ci sono prodotti che sono molto più richiesti come bio”.
Un esempio su tutti è il limone che, insieme con le arance rosse e l’olio, rappresenta la produzione biologica isolana più gettonata in Italia e all’estero.
Certo il bio non è ancora alla portata di tutte le tasche, ma gli specialisti del settore spezzano una lancia a favore della convenienza di questi prodotti.
“Noi cerchiamo di avere sempre rapporti diretti con i produttori per far fare alla merce meno passaggi possibili e abbattere i costi – racconta Angela Di Gesù, che cura i contatti con i fornitori e le vendite da Bio…logico a Palermo -. Inoltre è importante consumare prodotti di stagione che hanno prezzi assolutamente concorrenziali. In questo momento, ad esempio, è possibile trovare la lattuga a 0,90 euro o le arance ad 1,30 euro”.
“Sono sempre di più le persone che si mostrano disponibili al biologico”, afferma Edmondo Palmeri, nutrizionista ed esperto in medicina integrata. Negli ultimi dieci anni sono aumentate di circa il 40%. E se è vero che gli alimenti bio sono più costosi di quelli convenzionali – continua Palmeri – è anche vero che, nel caso di quelli integrali, ad esempio, i costi si ammortizzano nel tempo perché l’integrale soddisfa maggiormente il senso di fame e, nel tempo, si tende a consumare meno cibo”.
E quando il biologico fa il paio con la tipicità, le offerte del mercato siciliano si fanno anche più interessanti.
“I nostri fiori all’occhiello sono una quindicina di prodotti biologici presidi di Slow Food – dice Mario Favata di AltroBio a Palermo –. Dai formaggi ai legumi, il nostro impegno è quello di individuare i prodotti isolani d’eccellenza e promuoverli come meritano con i nostri clienti che mostrano di apprezzarli parecchio”.

Clara Minissale

 
 
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