Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 62 del 22/05/2008

L’INTERVISTA “Cucina italiana, vi dico la mia”

21 Maggio 2008
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    L’INTERVISTA

wenders_62hp.jpgIl regista Wim Wenders racconta la sua esperienza gastronomica: “Voi non fate colazione”. E ancora: “Un popolo si conosce bene solo a tavola”

“Cucina italiana,
vi dico la mia”

Nel mondo del cinema ci sono personaggi che sia nella loro vita privata, sia nelle loro opere non si risparmiano nel dedicare lunghi elogi ad un gesto umano quanto necessario: il mangiare.

In Ferreri il binomio cibo-sessualità era una sorta di costante; Pasolini, invece, grande amante della cucina casereccia romana, per un suo lavoro cinematografico scelse il titolo fortemente evocativo “La ricotta”, ovvero l'alimento verso cui tende idealmente, e non solo, il protagonista e che sarà anche la causa della sua grottesca fine.
E che dire di Ugo Tognazzi che ha scritto un suo libro di cucina? Per non parlare di David LYnch che, dopo aver dichiarato più volte la propria passione per il “caffè gourmet”, ha creato e messo in vendita online sul suo eccentrico sito il brand di caffè organico “David Lynch”. Ma ci sono artisti che con il cibo hanno un approccio più pragmatico ma non per questo meno interessante: Wim Wenders è uno di questi. Per avere un suo parere al riguardo attendo con impazienza per quasi mezza giornata, ma alla fine vengo ricompensato dal suo cordiale savoir-faire. Non appena annuncio il tema dell'intervista lui replica scherzoso: “Food?… Oh, food is good”.

wenders_dentro62.jpgIl tuo pensiero riguardo al cinema è ben noto, ma andando più in profondità come descriveresti te stesso?
“Tutti pensano che io sia solo un regista ma il mio primo lavoro è quello di essere un viaggiatore, il secondo è quello di essere un avido lettore, il terzo è essere fotografo… Poi sono anche regista”.

Hai parlato del fatto che ti reputi un viaggiatore. In effetti nel tuo cinema il viaggio è un importante punto d’inizio. Ma viaggiando può capitare di scoprire culture differenti e, di conseguenza, differenti tradizioni culinarie. Qual è dunque la tua relazione con la cucina?
“Io non sono un cuoco e non cucino. Mi preparo solo la colazione, però posso prepararti le uova in qualsiasi modo. Sono bravo con le uova. Un’altra mia passione è il gelato: sono molto dispiaciuto che qui a Palermo in questo periodo non c'è granita da nessuna parte. Devo tornare quest'estate per la granita”.

Cosa ne pensi invece della possibilità di un piatto di esprimere la cultura e l'anima di un popolo?
“Non conosci nulla di un luogo finché non ci hai mangiato. Se stai una settimana o due allora cominci a capire il pensiero, i sentimenti, e a conoscere le abitudini culinarie; francesi e italiani hanno le più grandi scuole di cucina. Ma non ho idea su quale potrebbe essere la migliore fra le due. Voi per esempio non avete la prima colazione nella vostra cultura, bevete un caffè e mangiate un dolcino… È tutto quello che dovete fare ed è di corsa.

Alcuni però dicono che il nostro è il migliore caffè al mondo….
“Certo, il caffè è fantastico. Ma… non c'è prima colazione in Italia. C'è un gran pranzo e la cena è fantastica, ma non c'è prima colazione”.

Cosa pensi di chi dice che la cucina è un’arte?
“Naturalmente dicono bene. Tanti grandi artisti cucinano. Ho alcuni buoni amici che sono fantastici cuochi, alcuni di loro francesi, altri tedeschi, americani, italiani… Riflettendo però sono tutti uomini, non so perché in tutto il mondo i grandi cuochi sono uomini, non so… dovrebbero essere donne la maggior parte dei cuochi”.

Francesco Emmola