Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 167 del 27/05/2010

>> “Quando il vino incontra la natura”

27 Maggio 2010
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“Quando il vino incontra la natura”

“Cantine aperte? In poche e semplici parole, richiama la naturalità di una giornata all’aperto, la naturalezza di un gesto come bere un buon bicchiere di vino, il rispetto per la natura che tutti i soci Mtv fanno proprio da sempre e la genuinità dei prodotti della nostra terra. Senza dimenticare l’invito al bere consapevole rivolto a tutti gli appassionati, soprattutto al pubblico più giovane”. Parola di Chiara Lungarotti, presidente del Movimento turismo del vino che permetterà l’apertura al pubblico di novecento cantine in tutta Italia.

Signora Lungarotti, cos’è il turismo del vino?
“Una delle tipologie di turismo più ricche e apprezzate. Oggi il turista del vino è sia l’appassionato che programma la sua vacanza in funzione delle cantine che visiterà, ma è soprattutto – sempre di più – il turista di territorio che quando va a visitare le diverse regioni del nostro Paese ne vuole conoscere non solo le città d’arte ma anche la storia e le tradizioni. Il  vino è parte integrante della cultura di un territorio e delle sue tradizioni, e quindi la visita alle cantine del territorio diviene parte importante della pianificazione della vacanza al fine di meglio conoscere il territorio stesso”.

Che differenza c’è tra l’andar per cantine oggi e dieci anni fa?
“È aumentata molto la conoscenza del vino. Riferendomi all’esperienza degli eventi organizzati ogni anno dal Movimento Turismo del Vino, posso dire che oggi rispetto a dieci anni fa il pubblico è più preparato e attento. Quando arriva in cantina, anche se non è esperto di vino, è comunque informato sulla cantina, sui vini che vi si producono, sulle loro caratteristiche. Inoltre, rispetto ai primi anni di attività del Movimento, abbiamo visto aumentare notevolmente il numero delle donne. In questo senso penso che la promozione dell’enoturismo fatta in questi diciotto anni dal Movimento abbia contribuito ad aprire il mondo del vino sia alle donne che ai più giovani con l’obiettivo di favorire, attraverso la maggiore conoscenza, una crescente consapevolezza di ciò che vuol dire bere il vino”.

La formula, a suo avviso va modificata?
“Modificata non direi, perché in tutti questi anni ha dimostrato di essere una formula vincente. Certo dobbiamo aggiornarci ogni anno, offrire agli enoturisti proposte nuove e innovative, perché Cantine Aperte possa continuare ed accrescere il suo successo anno dopo anno. Dato che oggi sono aumentati anche gli operatori del settore enoturistico che propongono sempre più offerte variegate ed interessanti, diventa necessario poter assicurare al turista del vino un´adeguata ed elevata accoglienza in cantina. Il Movimento per esempio già da qualche anno ha scelto di offrire un plus ai turisti del vino, per rendere più facile e completa la vacanza. Ha, quindi, iniziato un processo di certificazione della qualità dell’accoglienza delle cantine socie in tutta Italia, che permette al turista non solo di trovare ospitalità direttamente in cantina, ma di trovarla con un elevato e garantito livello di servizio. A nostro avviso questo è ciò che può fare la differenza”.

Qual è l’identikit dell’enoturista?
“L’enoturista può essere suddiviso in due categorie: l’enoappassionato, colui che pianifica la vacanza in base alle cantine e alle zone vinicole, che conosce bene il vino, è curioso e si informa attraverso internet, ama partecipare agli eventi enogastronomici e alle degustazioni. E’ un cliente potenziale, che oltretutto non bada a spese per il vino di qualità. Poi c’è l’Enoturista di territorio, che è colui che visita le bellezze del luogo ed unisce, eventualmente, la visita in cantina, non ha una conoscenza approfondita del vino ma è interessato a conoscere. Se il wine lover va coccolato da parte dell´azienda e, dato il suo elevato livello di conoscenza del vino, richiede un´accoglienza ed un´informazione adeguata da parte della cantina, l´eno-turista di territorio, dal canto suo, rappresenta la vera sfida per il produttore vinicolo, in quanto va prima di tutto conquistato. Con lui bisogna che il vino diventi cultura ed esprima tutta la sua bellezza così che il visitatore sia così affascinato da questo mondo a lui inconsueto che una volta incontrato non lo dimentichi più”.

Il turismo del vino viene percepito in modo diverso nelle differenti realtà siciliane?
“Negli ultimi anni anche in Sicilia è stato fatto un buon lavoro di sviluppo organico del turismo del vino nell’isola, anche se – come in tutte le regioni – restano alcune differenze nell’interpretazione del concetto di enoturismo tra cantina e cantina e tra zona e zona”.

Marco Volpe