Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 156 del 11/03/2010

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11 Marzo 2010

A Trapani le ambizioni di Gandolfo

Emmanuele Gandolfo, trentadue anni, rappresenta il nuovo volto di Slow Food Trapani. Recentemente eletto nuovo fiduciario della condotta trapanese, Gandolfo racconta della riorganizzazione delle condotte di Slow Food e nuovi progetti in cantiere per Trapani.

Come commenti la tua recente elezione?
“Sono molto contento della fiducia che mi è stata offerta. In realtà, sono segretario di condotta da un anno, ma mi occupo di Slow Food da molto tempo come braccio destro dello storico fiduciario trapanese Franco Maria Saccà”.

Domanda obbligatoria, come mai questo turnover?
“Slow Food Italia ha operato una riorganizzazione di tutte le condotte. Le attività verranno suddivise tra i membri del consiglio direttivo, la cosiddetta ‘Piccola tavola’, dunque il fiduciario sarà meno gravato dagli impegni rispetto a prima. Ci è stato richiesto inoltre, così come a molte le altre condotte, di operare un turnover di fiduciario, che abbiamo fatto, ma è chiaro che Franco Saccà rimarrà sempre fondamentale all’interno del comitato organizzativo. E’un pezzo di storia di Slow Food Trapani, ma anche di futuro”.

Quali sono i nuovi impegni previsti per ogni condotta?
“Dobbiamo necessariamente portare a termine alcune attività, come i master of food, i gruppi solidali e gli orti scolastici, ecco perché è necessaria un’organizzazione più capillare tra i membri della piccola tavola”.

Quali sono i progetti in cantiere?
“Abbiamo presentato un dossier di ciò che faremo nei prossimi quattro anni. Vorremmo sviluppare meglio gli orti scolastici, aumentare gli incontri nella filosofia slowfoodiana del ‘Buono, giusto e pulito’, mantenere la qualità del cibo per Terra Madre, proporre nuovi presidi e sviluppare quelli già esistenti, come il melone Cartucciaro. Inoltre abbiamo in programma di proporre un ciclo di incontri sul vino rivolti ai giovani”.

Che genere di incontri saranno?
“Si chiameranno ‘I quartini: mini corsi di sopravvivenza sul vino’, cercheremo di condurli nell’ottica di una maggiore consapevolezza su ciò che si beve e come lo si beve. Siamo convinti che educare i coproduttori di domani sia un’attività indispensabile”.

Dunque un giovane per i giovani?
“Sì, la mia elezione è dovuta anche alla voglia di ringiovanire un po’ la condotta trapanese, cercando di portare tra i ragazzi la filosofia Slow Food. Credo infatti che vi sia  molta confusione su quello che facciamo”.

Quale sarà la prossima attività in programma?
“Una visita ai produttori di Vastedda del Belice il 21 marzo. L’evento è per i soci e non, i curiosi sono invitati a partecipare”.

L.D.T.