Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 158 del 25/03/2010

L’INTERVISTA “La Sicilia non perda altro tempo”

29 Marzo 2010
Roberto-Burdese Roberto-Burdese

L’INTERVISTA

Parla il presidente di Slow Food Burdese: “Qui tante potenzialità. Serve più dialogo dal basso e più sinergia tra produttori, giovani e cultura popolare”

“La Sicilia
non perda
altro tempo”

E’ la forma ad essere rinnovata, non la sostanza. Lo ribadisce il presidente nazionale Slow Food Roberto Burdese, che Cronache di Gusto ha incontrato al congresso di Catania e poco prima che, a sorpresa, lo stesso Burdese decidesse di annullare con rinvio il congresso regionale.


Qual è la novità più importante in questo rinnovamento nella forma dell’associazione?
“Il ruolo dei soci: adesso, grazie ad un’organizzazione più agile e leggera, ogni associato può sentirsi protagonista attivo, ogni condotta è più aperta a proposte ed idee nuove, ed il confronto è anche a livello regionale. E’ un cambiamento impegnativo, dopo 24 anni di storia: bisogna saper mettere da parte i personalismi e ragionare per raggiungere il bene comune. Con più responsabilità, e più coinvolgimento. Il risultato finale, così, arriva in modo diretto, rapido ed efficace. Nella forma, non bisogna più pensare ad una piramide ma ad una stella marina”.

Da dove parte l’esigenza di una nuova organizzazione?
“Da una nuova definizione di “qualità alimentare”, basata su tre parole: Buono, Pulito (cioè nel rispetto dell’ambiente), e Giusto (con un valore etico-sociale). L’idea, così come nella rete di comunità del cibo “Terra Madre”, è di mettere in relazione fra loro produttori, cuochi, giovani e cultura popolare”.

Qual è il potenziale della Sicilia?
“Ha un vantaggio competitivo rispetto alle altre regioni: non ha perso le sue tradizioni. Ma per aiutare il recupero dei saperi è necessario che le forse positive si mettano in rete, aumentando la propria forza. Il rischio è che tanti attori non raggiungano gli obiettivi. Purtroppo, non è un problema solo siciliano”.

Che ruolo hanno i rapporti con gli enti locali e con le Istituzioni?
“Importante, ma prima di tutto il dialogo e la partecipazione devono partire dal basso. Bisogna stringere rapporti con altre associazioni, poi con gli enti locali”.

Largo ai giovani ed alle nuove idee, ma come?
“Attraverso il mondo universitario, grazie al dialogo fra saperi e scienza. Ricordando di non puntare tutto solo sulle tecnologie”.

Tra le tante priorità, cos’è più urgente?
“Un catalogo del nostro patrimonio: non solo dei prodotti, ma anche dei saperi. E’ il punto di partenza per cominciare a lavorare”.

F.M.