Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 210 del 24/03/2011

L’INTERVENTO “Il mio ricordo di Marco”

22 Marzo 2011
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L’INTERVENTO

“Il mio ricordo di Marco”

Riceviamo e pubblichiamo

di Giusto Occhipinti

Ho tanti bei ricordi del nostro Marco. Credo che, chi come me, abbia avuto il privilegio di essergli stato amico, lo abbia amato in un modo speciale, diverso da come si può voler bene ad un amico.

Perché Marco era davvero una persona speciale.
Scrivendo queste poche righe mi sono passati davanti una quantità enorme di ricordi che ho avuto il piacere di condividere anche con tutta la sua Famiglia a cui vanno i miei pensieri e in particolare alla Signora Giuseppina la Mamma di Marco.
Mi viene in mente il senso della sfida che ha contraddistinto tutta la sua vita, sino all’ultimo quando un pizzico di cautela sicuramente lo avrebbe aiutato.
Ma Marco è Marco!
Sulle sfide, sul suo essere signorile ed autorevole, generoso, ribelle e anticonformista, potremmo scrivere ancora un altro libro.
Mi mancheranno tante cose e avverto uno strano senso di solitudine. Mi mancherà la sua visione della vita, la sua ribellione, la sua anima libera, la sua dolcezza, i tantissimi viaggi fatti insieme e mi mancheranno persino i sui incredibili ritardi!
Perdiamo un uomo straordinario e importante a cui il mondo del vino deve tanto. Perché è stato un esempio ed un guardiano di un modo di essere e di fare vino. Lui ha creduto dove altri avevano rinunciato, restituendo al Marsala tutta la dignità che gli spettava.
E’ stato il capitano di un straordinario lavoro di traghettamento del vino siciliano. Il suo mitico Vecchio Samperi, oltre ad essere conosciuto in tutto il mondo, da trent’anni ha fatto riaccendere i riflettori sul vino siciliano di qualità. Grazie alla sua visione questa terra ha continuato a credere, dando coraggio e stimolo a tanti altri produttori siciliani.
Non ho dubbi che Renato, Sebio e Gipi sapranno continuare il lavoro iniziato da Papà e conoscendoli bene, sapranno anche rilanciare con altre sfide, giacché sono nel loro DNA.

Condivido con Elisabetta Foradori che Marco era la passione e un gran cuore, era una specie di onda che travolge e ti tira sotto e poi, nel ritrarsi, ti regala grandi spazi e visioni.
Grazie Marco.