Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 211 del 31/03/2011

Terre d’Himera, storia, panorami e ghiottonerie

03 Aprile 2011
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Subito una premessa: conosco Fabrizio e Maria da troppi anni per non essere tacciato di amicizia. Ora mi ritrovo a dover scrivere di loro perché da poco hanno avviato una piccola struttura di turismo rurale

a pochi passi dalle rovine di Himera in una collina che domina la valle del fiume che assistette alle scene cruenti della prima guerra punica, in un posto di eccellenze gastronomiche, secondo me ancora poco conosciute, e pertanto più intriganti. Il nome di questo piccolo luogo dove dormire e mangiare, guardare il mare o respirare l’aria di campagna, sdraiarsi e meditare o passeggiare e chiacchierare anche con se stessi (ogni tanto aiuta anche riflettere a voce alta) si chiama Terre d’Himera. E mai nome fu più appropriato per sancire il legame col territorio.


Una vista di Terre d’Himera

Pochi chilometri dall’uscita di Buonfornello dell’autostrada Palermo-Catania, quasi a metà strada tra Palermo e Cefalù. Vista mozzafiato sulle Madonie, Pizzo Carbonara per esempio, e sul mare del golfo di Termini. Terre d’Himera ha in tutto sei camere e 14 posti letto. Le stanze sono tutte dotate di servizi igienici, doccia ecc. ecc. e di riscaldamento e di arredi realizzati da ceramisti e artigiani locali. Contro il caldo ci si difende con le mura spesse dell’edificio. Un luogo, e poi una sala, dove si sta insieme, si mangia e si legge. E tutt’attorno il patio dove godere del panorama o ascoltare i grilli. Parlo di Fabrizio Russo e di sua moglie Maria Gambino con piacere. Perché li ho osservati da lontano e da vicino costruire lentamente questo piccolo agri-resort. Dalla scelta dei materassi, alle luci, dall’arredo alle piante aromatiche che ornano la grande casa. E su tutto la cura, i timori di sbagliare, la passione, la ricerca di tutto ciò che potesse piacere al gourmet errante che cerca un po’ di relax. Il territorio li aiuta. Perché a distanza ravvicinata si può acquistare un’ottima provola delle Madonie come quella prodotta da Grazia Invidiata a Collesano. O ancora conoscere a Termini Carlo Amodeo, l’unico allevatore di api nere sicule, operose come mai nel produrre svariati tipi di miele di alta qualità, colate zuccherine di assoluta naturalità. Oppure, ancora imbattersi nel gelataio-filosofo Antonio Cappadonia, a Cerda (dista un tiro di schioppo lungo una suggestiva e malmessa strada rurale), tra i più bravi artigiani siciliani nel fare gelati.


Una delle stanze

E potremmo continuare con il pane di Badamo a Isnello o con gli asparagi di Vito Badaglialacqua, ancora a Cerda. Il fatto è che Terre d’Himera si trova al centro di queste eccellenze. E anche Fabrizio e Maria attingono a piene mani dall’esperienza di questi bravi artigiani. Loro stanno divorando – è il caso di dire – saperi e sapori. Grande curiosità per conoscere un modo fatto di accoglienza e cose buone da mangiare. Per poi trasmetterle a chi si fermerà a Terre d’Himera per un giorno o per il tempo che vorrà. Da loro si può già infatti dormire e fare la prima colazione. E tra non molto anche pranzare e cenare. C’è già in cucina chi saprà proporre pietanze agli avventori. Nel nome della qualità e del territorio.

Terre d’Himera
Contrada Villaura
Termini Imerese
3387908230

F.C.