Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 37 del 29/11/2007

LA CURIOSITÀ Adrià ringrazia e saluta

29 Novembre 2007
ferran-adria_hp.jpg ferran-adria_hp.jpg

    LA CURIOSITÀ

ferran-adria_hp.jpgLo chef spagnolo di “El Bulli” ha confessato a un quotidiano spagnolo di essere in procinto di lasciare i fornelli. Una provocazione? Intanto “el cocinero” dice di avere un unico desiderio: “Essere libero”

Adrià ringrazia e saluta

‘’Il mio sogno è quello: essere libero’’. Lascia i fornelli. Dice di essere stanco Ferran Adrià, 45 anni, uno dei cuochi più famosi del mondo. E annuncia l’addio alla cucina. Entro un anno lo chef di Barcellona sostiene che abbandonerà il lavoro e il ristorante ‘’El Bulli’’ di Cala Montjoy.

Dove non c’è più un posto disponibile fino all’annunciata chiusura. E lì non si bada a spese perche’ il conto non e’ mai inferiore ai 300 euro a persona. ‘’Mi sento affaticato – ha spiegato al quotidiano basco El Correo – lascerò El Bulli a fine 2008 per dedicarmi ad altre cose, ad attività che non mi prendano troppo tempo, come un paio di giorni a New York o a Tokyo per partecipare alla presentazione di un prodotto’’.
Adrià è spesso associato alla Gastronomia molecolare assieme allo chef inglese Heston Blumenthal. L'obbiettivo di Adrià è stato di “creare un inaspettato contrasto di sapori, temperature e colori. Niente è quel che sembra. L'idea è di provocare, sorprendere e deliziare. Lui afferma: “Il cliente ideale non viene a El Bulli per mangiare, ma per provare un'esperienza”.
Il ristorante è aperto solamente da aprile a settembre, Adrià impiega i restanti mesi mettendo a punto piatti nel suo laboratorio “El Taller” a Barcellona. Oggi è considerato uno dei migliori chef nel mondo ed è stato incluso nella lista, compilata dal Time, dei cento uomini più influenti al mondo. El Bulli ha 3 stelle Michelin e nel 2005 si è posizionato secondo nella Top 50 di Restaurant .
Iferran_adria_dentro.jpgl «cocinero» che ha inventato la gastronomia concettuale, rivoluzionando la tecnica dei fornelli prima con il sifone poi con la pacojet, è appena tornato da una vacanza nei Caraibi. «Ho passato due settimane senza fare assolutamente niente, senza pensare a nulla – racconta – e mi sono chiesto: perché ritornare? Per fare che cosa?». Lo chef, scapolo d’oro, ha già battuto tutte le strade. Figlio di uno stuccatore, Ferran Adrià ha iniziato la sua carriera culinaria nel 1980 mentre lavorava come lavapiatti all' Hotel Playafels a Ibiza nella città di Castelldefels. Lo chef dell'hotel gli ha insegnato la preparazione dei piatti tipici spagnoli. All'età di 19 anni ha prestato servizio militare con la mansione di cuoco. Nel 1984, all'età di 22 anni, Adrià si è unito allo staff dell'allora sconosciuto El Bulli di cui diciotto mesi dopo ne è diventato lo chef.
El Bulli, divenne trendy grazie alla ‘sinistra al caviale’ dello scrittore Manuel Vázquez Montalbán. ‘’Professionalmente posso essere importante – dice Adrià – ma non dimentico mai che vengo dal popolo, che sono uno come gli altri. Poi i miei amici e la mia famiglia mi fanno tenere i piedi per terra, sono sinceri e impediscono che diventi un presuntuoso idiota’’.
La leccornia più recente, un delirio di sapori, è il «trucciolo di pancetta iberica virtuale con capsula d’olio d’oliva e consommé di pomodoro». Però Adrià non nasconde l’antico amore per il Sol Levante. «Quest’anno la Guida Michelin ha attribuito 191 stelle a Tokyo, il doppio di Parigi. La capitale del Giappone ha 160 mila ristoranti: è quella la città gastronomica più importante».
Per il futuro Adrià, scapolo d’oro, annuncia ‘’starò di più con la famiglia, sarò più egoista, baderò di più a me stesso. Il mio amico Vincente Todolí, da cinque anni direttore della galleria Tate Modern a Londra, mi ha presentato il pittore Richard Hamilton: è l’unica persona al mondo che vive d’arte pur senza vendere un quadro da vent’anni. ». E dire che fino a poco tempo fa amava ripetere ’’«Bisogna tenere presente che El Bulli è un posto dove si mangia in modo molto particolare e quello che più mi interessa è che il cliente rimanga contento, ma ancora di più che io sia contento‘’. Contento lui…

Elena Mancuso