Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 88 del 20/11/2008

IL CASO Lupin in vigna

20 Novembre 2008
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IL CASO

Sull’Etna rubata l’uva dai produttori di vino Graci-Aiello, Franchetti e Cornellissen. “Siamo amareggiati e abbiamo subito un danno enorme ma andiamo avanti”

Lupin in vigna

Un piano svolto alla perfezione, degno della firma del ladro più famoso e creativo che tutti conosciamo, l’abilissimo Arsenio Lupin. È stato quello messo a segno in uno dei vigneti appartenenti alla Cantina Aiello Graci sull’Etna, alla vigilia della vendemmia. In piena notte, un ladro, ma non si esclude che fossero più di uno, ha fatto bottino di uva di Nerello Mascalese.


L’impresa è stata eseguita magistralmente senza lasciare traccia. Un vero colpo di scena, se pensiamo a come deve essere rimasto il proprietario del vigneto, Alberto Aiello Graci, quando il giorno della vendemmia, con i suoi operai si reca in vigna scoprendola completamente spoglia. “Devono avere raggiunto il vigneto a bordo di jeep, gli unici mezzi che possono arrivarci”, ha raccontato Graci che si è anche meravigliato per la difficoltà dell’impresa. Poiché i vigneti si trovano sul versante nord dell’Etna, a quota mille metri sul livello del mare, in un luogo estremo, difficile da raggiungere. Non si hanno sospetti. Nessun indiziato. “Il danno che abbiamo ricevuto è stato notevole – aggiunge Graci -. Con quel raccolto avremmo dovuto produrre il Quota 1000. È stato inferto un colpo rilevante per la produzione di quest’anno – continua -. Il vigneto è piantato con viti vecchie di trenta anni, che danno uva di altissima qualità. A cui tenevamo particolarmente perché regalano un grande vino. Un lavoro di un anno, investimento di passione, fatiche e risorse mie e dei miei operai, tutto è andato perduto”.
Ma il danno è stato arrecato anche al territorio, venendo così a mancare un vino che potesse al meglio rappresentarlo. A subire il furto anche altri due produttori amici di Alberto Graci, Andrea Franchetti e Frank Cornellissen. Al fatto non è seguita alcuna denuncia, in un periodo così delicato e frenetico quale la vendemmia, i produttori depauperati hanno voluto proseguire, seppur enormemente amareggiati, dedicandosi a capofitto al raccolto negli altri vigneti. Un modo per non lasciarsi abbattere, per lasciarsi alle spalle quella che si spera essere stata solo una brutta esperienza.

Manuela Laiacona