Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 88 del 20/11/2008

LA RICERCA Piantate e moltiplicate

20 Novembre 2008
nerello88_progetto nerello88_progetto

LA RICERCA

L’Istituto della vite e del vino mette a disposizione dei vivaisti quasi 3 mila barbatelle di Carricante, Catarratto, Moscato di Noto e Nocera ottenute dai rispettivi cloni

Piantate e moltiplicate

Piantate e moltiplicate. Dopo quelle di Nerello mascalese sono pronte anche le barbatelle di Carricante, Catarratto, Moscato di Noto e Nocera ottenute dai rispettivi cloni.
Si tratta di piante nate grazie alla sperimentazione ad alto livello, frutto di una convenzione tra l’Istituto regionale della vite e del vino, il dipartimento di Scienze e tecnologie fitosanitarie dell’Università di Catania e l’Ersagricola, ente di sviluppo agricolo del Friuli Venezia Giulia.

Dopo che gli esperti di questi enti hanno lavorato per mesi, le piante adesso sono pronte per essere vendute ai vivaisti.
Il risultato della moltiplicazione del materiale viticolo di base delle uve autoctone siciliane è di 340 piante per la varietà Carricante clone CR7, 650 di Catarratto clone CS1, 225 di Moscato di Noto clone25Bis, 350 di Nocera clone NV1. Ben 1.300 sono, invece, le piante di Nerello mascalese clone NF5. In totale, dunque, 2.865 barbatelle a disposizione dei vivaisti siciliani che le possono richiedere entro il 15 gennaio 2009 direttamente all’Ersagricola, azienda agricola Pantianicco di Beano di Codroipo (Udine), telefonando allo 0432.906927, inviando un fax allo 0432.908909 o una e-mail all’indirizzo ersagricola@tin.it.
Il processo che ha portato alla selezione del “materiale di base” è lungo e complesso. Come spiega Vincenzo Melia, direttore dell’Istituto della vite e del vino “si conduce una ricerca all’interno di una popolazione di presunti cloni e dopo aver analizzato questi ultimi si sceglie quello che risulta sano e con caratteristiche migliorative rispetto all’intera popolazione”. Una volta ottenuto il clone, questo va moltiplicato. Per evitare il contagio da insetti le piante si coltivano prima in vaso e poi in serre, le cosiddette screen house. “Così chi acquista le barbatelle – afferma Felice Craparo del settore tecnico sperimentale dell’Istituto della vite e del vino – si assicura un prodotto certificato che garantisce la sanità dei vigneti”.

Fra. S.