Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 89 del 27/11/2008

L’INDAGINE Piaceri della tavola, dispiaceri delle tasche

27 Novembre 2008
ristorante89 ristorante89

L’INDAGINE

Secondo “La GolainTasca’”, la guida ai ristoranti d’Italia, nell’ultimo anno si è dimezzato il numero dei locali dove mangiare bene e pagare meno di 25 euro

Piaceri della tavola,
dispiaceri
delle tasche

Mangiare bene e pagare un conto adeguato. È questo sempre di più l’obiettivo dei cosiddetti consumatori. Eppure il numero dei ristoranti in Italia dove mangiar bene entro 25 euro si è praticamente dimezzato nel giro di un anno: da 2.522 a 1.240. È quanto risulta dall’edizione 2009 de “La GolainTasca’”, la Guida ai ristoranti d’Italia pubblicata da Sitcom Editore in vendita in libreria e che ha preso in considerazione 10.240 ristoranti, trattorie, osterie, locande, rifugi alpini, enoteche, ristori agrituristici, locali storici e di tendenza; 5.320 località grandi, piccole e piccolissime dove mangiare in ogni angolo d’Italia.

Secondo l’indagine della Guida condotta su un campione di 500 lettori, che annualmente fanno pervenire ai curatori della “Golaintasca” segnalazioni e recensioni sui locali più apprezzati, è emerso che il 27% rinuncia sempre più spesso a una costosa cena fuori per accontentarsi di un ricco e più economico happy hour, mentre il 19% ammette di aver ridotto di due terzi le uscite culinarie mensili. La stragrande maggioranza (36%) non rinuncia al ristorante, purché il prezzo del menù completo non sia superiore a 25 euro. Il baedeker riporta anche una ricerca svolta, in occasione su 3.887 articoli pubblicati nel 2008 sulla stampa straniera (oltre 100 testate di 20 Paesi) che indica come i ristoranti più apprezzati dai turisti, vip compresi, siano proprio quelli in cui si spende tra i 25 e i 40 euro. Al primo posto, 8,46% primeggia L’Osteria della Villetta, a Palazzolo sull’Oglio (Bs), preferita al ben più famoso e pluripremiato ristorante Dal Pescatore (Canneto sull’Oglio, in provincia di Mantova).
Pagando tra i 25 e i 40 euro, spiega il quotidiano austriaco Der Standard, ci si inebria di: ”Un fantastico profumo di gazpacho con ricotta, tinca alla griglia e, per la gioia di tutti, polenta” (26/02/08, Harald Fidler). Numerosi i clienti Vip. A Sud, nelle Eolie, a Lipari, tappa obbligata (5,10%) da Filippino che, con un conto tra i 25 e i 40 euro, ha suscitato l’interesse del quotidiano inglese The Guardian (30/03/08): ”A prima vista non sembra gran che. Eppure attira celebrità del calibro di Naomi Campbell e Sting”.
Ad Ischia, in località Barano, si cena a Il Focolare (3,17%); il locale è consigliato dal quotidiano francese Le Figaro: ”Lontano dalle trattorie affollate è una grande sala rustica decorata con manifesti di film degli anni Cinquanta spiegati dal proprietario”. (25/06/08, David Bedar). Nella rosa dei più citati dalla stampa estera non mancano, naturalmente, i costosi ristoranti dalla nomea internazionale (conto sempre superiore ai 75 euro), come la Trattoria Toscana (10,51%) del celeberrimo chef francese Alain Ducasse, a Castiglione della Pescaia (Gr), che è ”la sintesi tra ricette antiche e moderne a farne la forza” (Le Figaro 29/05/08), e il ristorante di Gualtiero Marchesi (9,75%) a Erbusco, in provincia di Brescia, dove ”le specialità della casa sono il risotto alla foglia
d’oro e i ravioli ai frutti di mare”, come spiega la tedesca Süddeutsche Zeitung (02/04/08, Christian Wenger), che consiglia, sempre in Franciacorta, anche il locale Il Volto, a Iseo, ”famoso per le sue sfogliatine di patate e caviale”.
Chiudono la classifica La Masseria Torre Maizza (7,07%) a Fasano (Br), dove ”la cena viene invece consumata nella stalla e la specialità è la pasta o il risotto ai fiori di zucca, conditi con lo speciale olio d’oliva della casa”. (Handelsblatt, 10/05/08, Brigitte Jurczyk) e il Club Moritzino (6,82%), un
rifugio a 2.000 metri d’altezza, in Val Badia (località Piz La Villa): “E’, secondo Le Figaro, l’emblema dell’Alta Badia, con la sua eleganza tutta italiana che si coniuga con la natura sportiva dell’uomo di montagna”.

Elena Mancuso