Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 191 del 11/11/2010

COSA LEGGO Se lo champagne sposa il biologico

09 Novembre 2010
Luca-Burei Luca-Burei

COSA LEGGO

Pubblicati i Quaderni di approfondimento sulle bollicine francesi. Dai rosè alle tendenze naturaliste. Ecco il racconto dell’editore Luca Burei

Se lo champagne
sposa il biologico

«Il segreto per riconoscere un ottimo champagne? Provarne molti. Solo l’esperienza può indicarti cosa è più buono». Parola di Luca Burei (nella foto in alto) che sullo champagne, insieme con Alfonso Isinelli, dedica ogni due anni la guida «Le migliori 99 Maison di champagne», Edizioni estemporanee (www.edest.it), uscita nel 2009.


E sempre per questa casa editrice ha preparato il «Quaderno Champagne N.1» un supplemento che si occupa di vari aspetti del rinomato vino francese e che arriverà in libreria tra qualche settimana.

Luca Burei, cosa affrontate nel quaderno?
«Si divide in diverse sezioni nelle quali approfondiamo il biologico, il distretto dell’Aube, il rosé e intervistiamo l’enologo James Darsonville. In conclusione gli appunti di viaggio per chi volesse conoscere la regione dello Champagne».

 

Il primo argomento è il biologico. Le aziende di bollicine si stanno convertendo a questa modalità produttiva?
«Lo champagne non ha problemi di vendita. Quindi da questo punto di vista il biologico non è un valore di mercato, anzi può anche rappresentare un rischio. Per esempio quest’anno la vendemmia è stata problematica con le muffe che hanno attaccato le uve dopo tre giorni e hanno portato a cali di resa anche del 40 per cento».

Quindi perché fare il biologico?
«Noi abbiamo incontrato tutte e 17 le maison biologiche certificate, oltre a una serie di vigneron in conversione totale, per capire il perché».

Il secondo approfondimento è dedicato all’Aube. Cos’è?
«È la zona meno conosciuta dello champagne. Solitamente le aree più famose sono Aisne e la Marne. L’Aube è più a Sud con condizione climatiche diverse, con inverni molto rigidi. Ma con interessanti champagne».

Sul rosé, invece, cosa dite?
«Si tratta di una tipologia considerata solo di moda e poco conosciuta. Spesso considerata una bevanda buona per le feste e per i dolci. Volevamo evidenziarne invece la grande dignità».

Come distinguere uno champagne ottimo da uno non buono?
«È difficile dirlo. Sicuramente l’esperienza. Noi elaboriamo questa guida proprio per condividere la nostra esperienza. Occorre provarne molti per capire quali sono i migliori, ma non occorre necessariamente spendere molto. Ci sono ottimi champagne anche a 30 euro. Certo se si alza il prezzo si va sul sicuro… Ma Darsonville dice che non c’è “lo” champagne, ci sono “gli” champagne. Ognuno ha le proprie preferenze».

E quali sono quelle di Luca Burei?
«Per ogni momento della giornata ho una preferenza diversa. E a seconda dell’umore, del clima e di altri fattori le mie preferenze cambiano. Ne amo moltissimi, ce n’è per ogni momento della vita».

Salvo Butera