Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 192 del 18/11/2010

DA PANELLE E CHAMPAGNE La scalata delle bollicine francesi

18 Novembre 2010
bollicine bollicine

DA PANELLE E CHAMPAGNE

Resistono alla crisi e conquistano sempre più spazio nel mercato, anche in Sicilia. La conferma degli esperti che le promuovono come vino a tutto pasto

La scalata
delle bollicine francesi

Forse perché sono uniche al mondo o perché sono uno status symbol, sta di fatto che le bollicine francesi non solo hanno tenuto la crisi ma anzi stanno conquistando sempre più spazio nel mercato, che rimane però sempre di nicchia. Lo hanno confermato gli agenti delle maison protagoniste dell’evento Panelle & Champagne.

Chi sente quotidianamente il polso dei consumi. Testimonianze positive. Sempre più gente sceglie di degustare Champagne non solo in tutta Italia ma anche in Sicilia. Certo, questo è ancora un territorio vergine, da scoprire per la maggior parte dei brand ma che promette importanti margini e consensi. Risultati che si possono raggiungere solo adesso che sugli scaffali, accanto a quei pochi nomi blasonati, si affacciano nuove cantine.
Lo conferma Massimo Magni rappresentante della Tarlant, di De Sousa&Fils e di Pierre Moncuit: “Vediamo la gente più interessata. Questo perché vuole provare altro. Stanno comparendo nuovi marchi che incuriosiscono l’estimatore. Un vantaggio credo per tutte le maison soprattutto per i piccoli produttori”. Non solo una scelta più vasta anche i prezzi sono diventati un po’ più accessibili, anche se rimangono sempre appannaggio solo di alcuni portafogli. La forbice delle bollicine va dai 35 euro in su, confermano all’unisono gli agenti, fino anche ai mille euro.
Il target rimane però sempre medio alto anche dal punto di vista dell’anagrafe. “Le bollicine francesi sono più a portata di chi è in età avanzata. I giovani preferiscono gli spumanti che sono anche più abbordabili. Il target rimane selezionato”, dice Giuseppe Cusimano agente della Stainbruck. Nonostante il trend sia positivo potrebbe esserlo ancora di più se lo Champagne in Italia non rimanesse esclusivamente relegato al momento della festa ed associato al dolce. E’ quanto di più sbagliato si possa suggerire come abbinamento, rimarcano i rappresentanti. Un’usanza sbagliata che mortificherebbe l’eleganza e la raffinatezza di questo vino. Su questo è categorica Roberta Semeraro commerciale della Franck Pascal; di Baron Fluenté; di Claude Cazals. “Lo Champagne è un vino da tutto pasto o da meditazione. Escludo categoricamente l’abbinamento con il dessert”. Per Matteo Santoiemma Capoarea Sud Italia di Perrier Jouet le occasioni al palato per lo Champagne sono diverse. “Lo Champagne esce a tutti gli effetti dal clima della festa. Lo champagne può rappresentare molte cose. Il romanticismo, l’egoismo, per questo è anche un regalo che si fa a se stessi. E’ un vino trasversale. Forse più degli altri vini”.

Manuela Laiacona