Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 192 del 18/11/2010

L’ANALISI “Puntare sulla Gdo”

21 Novembre 2010
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L’ANALISI

Forum della Cia a Palermo su commercializzazione e promozione del vino. Ma in Sicilia pesa l’assenza di aggregazione e di marketing. L’Sos  dell’assessore D’Antrassi

“Puntare
sulla Gdo”

Occorrono nuove strategie commerciali e di promozione per rilanciare il made in Italy del vino. E’ la constatazione emersa durante il quarto forum nazionale sulla viticoltura organizzato dalla Cia, la Confederazione italiana agricoltori, tenutosi presso l’aula magna della facoltà di Agraria dell’Università di Palermo.

Il forum ha così affrontato, in oltre quattro ore di lavori serrati, gli aspetti legati alla commercializzazione ed alla promozione del prodotto vinicolo facendo il punto sulle strategie da adottare per il suo rilancio. “E’ arrivato il momento di creare nuovi strumenti di partecipazione attiva e guardare ai mercati con una nuova strategia di marketing”, ha detto Salvatore Inghilleri, presidente della Cia.

Il vino made in Italy torna insomma a respirare sui mercati mondiali ma a livello nazionale ci sono ancora troppi problemi che condizionano pesantemente il settore e soprattutto i vitivinicoltori che devono fare i conti con i prezzi delle uve in caduta verticale e con costi in crescita.  “Il reparto vitivinicolo italiano e siciliano – ha affermato durante il forum Diego Planeta, presidente di Assovini Sicilia – soffre ancora dell’insufficiente e in certi casi mancata valorizzazione dei propri prodotti. Questa è una delle tante ragioni che fanno sì che l’Italia sia un Paese che produce bene ma guadagna ancora troppo poco”. Per Riccardo Deserti, dirigente del Mipaaf, bisogna impegnarsi “per sfruttare le enormi possibilità del mercato vitivinicolo siciliano, risorse che potranno durare al massimo per altri tre o quattro anni.

E’ necessario avviare attività di promozione, creare una strategia potente per l’inserimento nei mercati e per fare un vero salto di qualità”. Due dunque gli aspetti sui quali puntare, ovvero una maggiore aggregazione di filiera e relazioni più strette con la Grande distribuzione organizzata e poi una valida promozione che esalti la qualità del prodotto made in Italy e dia un’immagine positiva e propositiva del nostro vino e delle sue specificità territoriali. “Il rilancio non può che passare dal riordino di un sistema di produzione e commercializzazione ormai troppo vetusto. – ha concluso il presidente della Cia Sicilia, Carmelo Guerrieri – In Sicilia Occidentale, in particolare, devono fare quindi meglio le cantine sociali e le grandi realtà produttive che capitalizzano tutto il prodotto e che dovranno da subito puntare su una promozione e una commercializzazione più innovativa ed efficace”. A chiudere i lavori, i due assessori regionali presenti, di Sicilia e Veneto. Per Elio D’Antrassi, assessore regionale all’Agricoltura, “la realtà produttiva siciliana vive il conflitto tra le filiere virtuose che riescono a rapportarsi al mercato e filiere non virtuose, incapaci di dialogarvi. Tali filiere rappresentano l’anello debole del mercato siciliano, in quanto non reagiscono e non applicano nessuna azione di marketing”.

Sandra Pizzurro