Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 193 del 25/11/2010

DIARIO AMERICANO I “pittinicchi” a Yellowstone

25 Novembre 2010
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DIARIO AMERICANO

Una cena al Wyoming’s Rib & Chop House di Cody. La specialità? Le costolette di maialino messe a marinare con una formula segreta per 24 ore

I “pittinicchi” a Yellowstone

Il parco nazionale di Yellowstone è sicuramente il più bello e vario dei parchi americani, per i paesaggi, laghi, boschi, animali selvatici, cascate, geysers, caldere. Non per niente nel lontano 1872 è stato il primo ad essere costituito.

Si trova nel nord ovest degli Usa e per arrivarci ci sono due modi: una lunga sgroppata in auto o l’aereo per Cody, a circa 90 km dall’ingresso est.
Cody prende il nome da Buffalo Bill il cui vero nome era William Cody che la fondò e vi visse prima di diventare famoso e di girare il mondo col suo spettacolo western. Nella cittadina merita una visita il museo che guarda caso si chiama Buffalo Bill Historical Center, dove è esposto tutto quanto documenti la storia del vecchio west e la vita del colonnello. Inoltre ogni sera d’estate c’è un interessante rodeo con cavalli, tori e cowboys. Tipicamente americano e quindi da non perdere.
Anche l’architettura della piccola cittadina è chiaramente western con le sue case basse in legno, i negozi e i suoi incroci stradali ove ci sono quattro stop, uno per ogni strada! ( Asterix avrebbe detto S.P.Q.A. sono pazzi questi americani). Per cenare, in assenza di segnalazioni sulla Lonely e la Rough, ci affidiamo a Tripadvisor.com, il sito web leader nei giudizi dei clienti su alberghi e ristoranti. Il primo in classifica è “Wyoming’s Rib & Chop House” letteralmente “Casa della costata e delle costolette del Wyoming”.
Il ristorante si colloca nella strada principale, in pieno centro, e il suo aspetto è piuttosto modesto: una sala da circa sessanta coperti, con semplice arredamento di tavolini e sedie. I proprietari Burke e Melissa Morgan, nel 2000 si trasferirono dal profondo sud della Lousiana all’estremo nord del fresco Montana dove fondarono il loro primo ristorante in Livingstone. Successivamente aprirono altri cinque locali, con la caratteristica delle steakhouse, tra cui il presente, portandosi appresso le tradizioni e i sapori della loro terra d’origine. Il menù è principalmente carnivoro, ma non mancano insalate, piatti vegetariani e di pesce.
Ma la loro specialità sono le costolette di maialino, i cosiddetti pittinicchi nostri, che con poca modestia definiscono le più buone al mondo. Non possiamo fare a meno di ordinarle, una intera ed una mezza, scegliendo i contorni nonché una buona zuppa vegetale compresa anch’essa nel prezzo del piatto. Nel menu ci illustrano il procedimento di cottura: il pezzo viene messo a marinare con una formula segreta per 24 ore, successivamente cotto lentamente al forno, poi, cosparso dalla salsa home made, grigliato per dare la finitura dorata.
Come ormai succede spesso nelle nostre cene americane, scelgo una birra artigianale in bottiglia, in quanto ho scoperto che negli Usa sono diffuse le piccole birrerie (microbreweries) che producono delle eccellenti birre artigianali in bottiglia e alla spina. Il bello di queste “piccole” birrerie è che in realtà ognuna di esse produce tanta birra quanto le nostre fabbriche industriali. Per esempio la Sierra Nevada che ho bevuto quella sera produce circa 200 milioni di litri all’anno, pari addirittura a quanto produce la più grande birreria italiana.
La solerte e gentile cameriera ci serve un bel piatto a forma di teglia rettangolare ove si adagia un bel tocco intero di costolettine con gli ossi.


Costolette di maialino

La vista è invitante in quanto la doratura della carne dà un aspetto goloso e i profumi dati dalla marinata e dalla salsa barbecue ci investono piacevolmente. In bocca si nota il croccante della parte esterna glassata e la morbidezza dell’interno. Il gusto viene inondato dagli aromi e dalla salsa che fortunatamente non copre gli altri sapori. Il grasso tipico di questo taglio di carne, con il modo di cottura, si è come sciolto per cui in bocca non si avverte quella sensazione eccessivamente untuosa che a molti può non piacere.
Per non perdere una briciola di carne, attacchiamo le costolette con le mani per spolparle una ad una, lasciando gli ossicini perfettamente puliti. La birra, una pale ale, col suo equilibrio amarognolo dato dal malto e dal luppolo, si sposa perfettamente col lieve dolciastro del piatto. I dolci, almeno nella carta, non ci attirano particolarmente per cui ne facciamo a meno, anche per motivi di dieta.
Dobbiamo ammettere che magari non saranno le costolette più buone al mondo, ma sicuramente tra le più gustose ed invitanti. Alla fine il conto è di soli 41,50 dollari in due a cui aggiungiamo una lauta e obbligatoria mancia per la gentile e carina cameriera.

Giovanni Paternò


WYOMING’S RIB & CHOP HOUSE
1367 Sheridan Avenue
Cody, Wyoming
tel. 307.527.7731
www.ribandchophouse.com