Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 193 del 25/11/2010

IL PRODOTTO Alici e contenti

25 Novembre 2010
alici alici

IL PRODOTTO

A Catania c’è una specie particolare detta ”masculina da maglia”, presidio Slow Food e molto apprezzata per le sue caratteristiche organolettiche. Ecco come viene pescata e poi conservata

Alici e contenti

L’alice è uno dei maggiori rappresentanti del pesce azzurro e vive comunemente nei nostri mari. Utilizzata largamente nella dieta mediterranea, è apprezzata non solo per il suo valore nutrizionale ma anche per la sua carne gustosa e bianca che si adegua a qualsiasi genere di cottura.

La pesca avviene tutto l’anno con picchi di abbondanza soprattutto nel periodo di posa delle uova, che nel mediterraneo avviene tra maggio e settembre.
Chi bazzica, o si è trovato a passare dalla “Piscaria” (mercato del pesce) di Catania, sa che di alice ce n’è una in particolare che, molto apprezzata per le sue caratteristiche organolettiche, è detta ”masculina da magghia”. Non tutti, forse, sanno che questa può vantare d’essere presidio Slow Food, già dal 2007, in collaborazione alla Cooperativa del Golfo.

È nel golfo di Catania, un arco che va da Capo Mulini a Capo Santa Croce, che viene effettuata la particolare pesca della masculina con specifiche reti (menaide); grazie a tali reti si ha l’”ammagliamento” della testa del pesce nella rete con un conseguente dissanguamento naturale dell’alice che rende la sua carne più delicata e gustosa quindi più pregiata sia fresca che in conserva.
La cooperativa del Golfo, nata nei primi anni novanta dalla libera associazione di pescatori e familiari di pescatori della piccola pesca costiera, si occupa sia della pesca della masculina da magghia che della sua conservazione; infatti il pescato giornaliero viene in parte destinato alla vendita nel mercato locale ed in parte lavorato e conservato sotto sale, negli appositi contenitori di coccio o legno (cugnetti), e sott’olio. Le alici destinate alla conservazione saranno preferibilmente quelle pescate nella tarda primavera, trattandosi di esemplari più sviluppati e con un elevato contenuto lipidico (caratteristica che valorizza il prodotto finito).

La pesca con rete menaide ha origini molto antiche, si dice fosse già praticata nel Mediterraneo fin dai tempi di Omero; non è un caso che la Cooperativa del Golfo pratichi ancora questo tipo di pesca vista la spiccata volontà di schierarsi a sostegno del mare e delle sue risorse e di mantenere in vita antiche tradizioni marinare. Imperniata sulla stagionalità del pescato, la sua attività dà vita a “prodotti a tiratura limitata” lavorati artigianalmente secondo tradizione e distribuiti in Sicilia dalla società “Le trazzere del gusto”.

Grazia Maria Rugolo