Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 31 del 18/10/2007

DIARIO GOLOSO Le tante cucine di Mosca

17 Ottobre 2007
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    DIARIO GOLOSO

piazza.jpgNella capitale russa del ventunesimo secolo i nuovi ricchi sono più che a New York. A loro si adeguano i ristoranti del centro e quelli “di servizio” agli enormi centri commerciali. Dalle ostriche in salsa di fagioli all’aglio che domina incontrastato, ecco cosa propongono gli chef

Le tante cucine di Mosca

Il suo “extreme makeover” è cominciato circa 15 anni fa procedendo senza sosta giorno dopo giorno. Per la chart di Forbes, i suoi nuovi super-ricchi, ebbene si, 400 mila su 11 milioni di abitanti, dominano di gran lunga sui milionari newyorkesi.

Questa, per fortuna, piccola fetta della Mosca del nuovo millennio ha sete di griffe e fame di potere economico con tempi, in alcuni casi, da futuro anteriore; smessi i panni del nobile e storico dogma del sapere con gli illustri esempi del passato, tra cui Tolstoj, Puškin, Rachmaninov, Shostakovich, oggi è lasciato tutto al nuovo precetto dell’apparire. Basta andare in giro nella centrale ed austera Piazza Rossa per respirare, oltre al soffocante smog cittadino dei mezzi di locomozione obsoleti che si confondono fra prepotenti Hammer e inflazionate Porsche Cayenne, la smania per l’acquisto in stile tutto occidentale. Qui, nella Krasnaya Ploshchad (Piazza Rossa), l’importante mausoleo di Lenin si affaccia ormai sulle vetrine di Louis Vuitton, Moschino e Max Mara dei magazzini Gum, orari 10-22 (ГУМ in cirillico, http://www.gum.ru/). Costruito nel 1893 dall'architetto russo Aleksandr Pomerancev il palazzo neogotico del Gum si eleva per tre piani dominando l’intera piazza; tre gallerie, ampie e luminose vetrate bosco_bar.jpga volta, marmi bianchi sono lo scenario di questo centro commerciale a cinque stelle che ospita al suo interno firme del calibro di Hermes, Dior, Baccarat, Dolce & Gabbana, Cartier, per citarne solo alcune. Apple Point, elettronica e affini sono invece per chi ad abiti, gioielli e profumerie, predilige la tecnologia. Parecchie le possibilità di ristoro fra uno shopping e l’altro. Al primo piano con vista sulla centrale fontana all'interno dei Gum c’è il “Colours Cafè”. Lo stile è Benetton e la scelta tra sandwich, panini, frappè, insalate, crostini e caffè è vasta e di discreta qualità. Se volete invece trasformare la vostra sosta in qualcosa più cool, il “Bosco Bar”, della catena simil-italiana “Il Bosco”, si trova al pian terreno all'ingresso principale dei grandi magazzini. Se l’atmosfera essential-cool del Bosco Bar non basta ancora ad appagare la smania di glamour che è in voi, al di là del fiume Moscova, a pochi passi dall’hotel Kempinski Baltschug, c’è l’oasi dei Flavio Briatore della Russia contemporanea. Più blindato del Billionaire di Porto Cervo, più ricercato dell’Hollywood di Milano, e con una musica più assordante del Pineta di Milano Marittima, il “GQ Bar & Restaurant” – brand della nota rivista tutta al maschile GQ – è il non plus ultra in fatto di patinati happy hour, feste nel fashion week e cene al top… model (GQ Bar – Ulitsa Baltschug Dom 5 – Tel.: (495) 956-7775, metro: Novokuznetskaya). Avvistare il locale è semplice; esagerate Bentley, pacchiane Rolls, e fiammanti Aston Martin si susseguono anche in doppia fila davanti al parcheggio del locale. Dentro si è subito visivamente scrutati sia da donne ben (ri?)fatte, spesso poco più che ventenni, che da titanici ed inquietanti buttafuori dal collo taurino. Riservare un tavolo per una cena non è scontato, sia per i tempi d’attesa che per i costi. Sarebbe cosa saggia prenotare con qualche giorno di anticipo; 180 euro circa il costo medio a persona. Allontanandoci verso la Tverskaya (Тверская), la boulevard della città, al civico 14 la tappa è obbligatoria per gli amanti dell’acquisto alimentare a 5 stelle. Fondato nel 1903 e restituito da pochi anni alla città, Eliseevskij è uno dei locali gastronomici più antichi d’Europa e rappresenta la storica “boutique della buona cucina” moscovita (Tverskaja uliza, d.14, str.1). Una sfarzosa sala, ridondante di stucchi dorati, accoglie svariate qualità del buon mangiare e del buon bere. All’interno c’è da perdersi! eliseevskijoriginale.jpgEsclusivi tè, prodotti da forno, vini, caviale, conserve, affettati e formaggi in grado di appagare sguardo e palato. 300 metri avanti Eliseevskij si giunge nella suggestiva piazza Puškin dove un trittico culinario d’eccellenza la fa da padrone: Ristorante Turandot, Caffè Puškin e Pasticceria Puškin. Ispirato alla celebre opera incompiuta del maestro Puccini, il Tourandot va al di là della semplice definizione “ristorante”. Il lussuoso palazzo che lo ospita, ha un cortile interno in  marmo bianco italiano che comprende una prestigiosa gioielleria, un negozio d’antiquariato, una pellicceria ed uno sportello bancomat. Entrando nei locali del ristorante l’atmosfera lascia di stucco, aggettivo più che mai appropriato. Il rococò eccede su tavoli, sedie, lampadari, drappeggi e pareti. La sua particolarità è data dalla disposizione circolare su due piani, con salette interne che ricordano palchetti privati di un teatro. I numeri sono sorprendenti: 14 sale occupano una parte dei 20 mila metri quadri dello stabile, 6 gli anni di lavorazione per gli interni, 2 milioni di dollari i costi ufficiali per l’avvio 75 i milioni di dollari gli ufficiosi. E infine 2 le stelle Michelin assegnate all’unico chef asiatico, Alan Yau, che elabora il menu di una cucina interamente Cinese e Giapponese. Accompagnati dalle note di violino, arpa, e clavicembalo, (suonate da fanciulle in abiti d’epoca) potrete gustare: insalata di foie-gras con l'anguilla affumicata e le mele verdi (21 euro), anatra e le arachidi affumicate (15.50 euro) e la molla fredda vietnamita Rolls Suffed con gambero e Mung Bean Vermicelli (10.50 euro), granchio fritto Kamchatka con la salsa di XO (49 euro), ostriche in salsa gialla di fagiolo (23 euro), agnello con la salsa di caffè (27 euro). Il vegetariano, o almeno gli articoli vegetariani, sono sempre una prova interessante di abilità del ristorante; (esempio) tofu casalingo brasato con melanzana e peperone dolce e radice croccante di loto (14.50 euro). Come previsto, la lista del vino è varia: australiani, californiani e perfino neozelandesi. Un californiano Opus One 1994 costa “appena” 965 euro. Se l’opulenza non è nelle vostre corde, a pochi passi dal Tourandot potete sempre affidarvi al “discreto”, si fa per dire, Cafè Puskin. Anche qui la musica non cambia; gentili ed ammiccanti suonatrici di violino, viola e violoncello accolgono il vostro ingresso, ma le differenze col Tourandot, ricordiamo della medesima gestione, sono a dir poco abissali. Il Cafè Puškin (www.cafe-pushkin.ru> , Tverskoi boulevard 26a Tel 007 095 229 5590 aperto 24 ore su 24) “trasuda” classe, stile e tradizione; l’atmosfera intellettuale dei legni scuri della biblioteca e dei lampioni color panna riporta ad ambientazioni puskiniane  in modo elegante e mai prepotente. Tutti i membri del personale indossano abiti che ricordano quelli del XIX secolo. Ottime insalate, succulenti carni e generose le porzioni, per piatti principali. Ma attenzione, qui, come in altri alan_yau.jpgristoranti a gestione moscovita della città, l’aglio domina incontrastato sul sapore di carni, antipasti e pesce. Per quanto riguarda la spesa, il costo dei piatti varia da 15-40 euro circa. In due ve la caverete con 140 euro circa. Fra il Tourandot ed il Cafè Puškin, l’ultima tappa di questo trittico è un impero dei golosi: la “Konditorei, ovvero pasticceria, Puskin”. Qui le torte sono opere d’arte plasmate da sapienti mani con metodico gusto ricercato. Ottime le sfoglie, sul genere croissant, saccottini e girelle, e delicate le cioccolate che rendono le colazioni indimenticabili. Una quindicina di euro in due per una bevanda in tazza e un croissant. Per i nostalgici dell’Italia, non è cosa impossibile, al numero 7 di Strastnoj Boulevard, a pochi passi da piazza Puskin oltre il cinema-casinò, la pizzeria “Bocconcino” offre croccanti pizze cotte a legna ad opera del pizzaiolo italiano Stefano. Il locale è assai gradevole, lo stile ricercato e moderno, un mix italiano-internazionale, ma tutto risuona di dieta mediterranea; eccellenti mozzarelle di bufala, olio d’oliva di prima spremitura, formaggi freschi, ortaggi di prima scelta, e dessert di fattura “quasi” casalinga (crostate, tiramisù, torte mimosa). La carta dei vini, ovviamente italiani, è di tutto rispetto: Sassicaia, Barolo, Chianti, Masseto e Brunello di Montalcino solo per citarne alcuni. Il costo oscilla sui 1200 rubli (40 euro circa) per due pizze e due birre. Ovviamente la Star della cucina italiana moscovita è Nino Graziano del “Semifreddo-Mulinazzo”, ben due stelle Michelin nel portafoglio…


Marina Violetta Carrera
Francesco Pensovecchio

(1. continua)