Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 85 del 30/10/2008

IL PERSONAGGIO Buon compleanno Maestro

30 Ottobre 2008
TACHIS85 TACHIS85

IL PERSONAGGIO

Il principe degli enologi, Giacomo Tachis, il 4 novembre compie 75 anni. Il mondo del vino italiano gli deve molto. Gli auguri di Cronache di gusto

Buon compleanno Maestro

Giacomo Tachis, il principe degli enologi italiani il prossimo 4 novembre compie 75 anni. E noi di Cronache di gusto abbiamo deciso di fargli gli auguri. Un articolo un po’ insolito per rendere omaggio a un uomo a cui il mondo del vino italiano, e soprattutto siciliano, deve moltissimo. Ho conosciuto Tachis quasi una decina d’anni fa, in un teatro di Alcamo, in provincia di Trapani.

Prese la parola a una conferenza sul vino e rimasi impressionato dal fatto che quest’uomo dall’aria mite e dal vago accento piemontese (è nato vicino a Torino, ma è diventato un toscano d’adozione ed un innamorato di Sardegna e Sicilia) parlava di tutto fuorché di vino. Cioè, il vino come mezzo, non come fine, insomma. Perché sopra tutto c’è la cultura. E chi conosce Tachis sa bene che la sua grande passione è la storia antica, i libri datati, la musica classica, gli aneddoti brillanti, tutto ciò che sprizza intelligenza e conoscenza. Un impenitente curioso che ha messo la sua sapienza al servizio del vino. Ci piace ricordare che il suo nome è legato alle più importanti etichette italiane conosciute al mondo. Sassicaia, ovviamente, forse il vino tricolore più famoso all’estero. Dove lui ha potuto mettere a frutto la sua bravura sul taglio bordolese, il blend di uve «internazionali». Tanto che quando vuole fare un po’ di autoironia si definisce un «mescolatore di vini». La realtà, di cui siamo consapevoli, è che Tachis, lavorando per molti anni alla cantina Antinori di Firenze, e poi a spasso per l’Italia, ha consentito al vino italiano di poter tenere la testa alta nel confronto con rossi e bianchi francesi. Magari cercando di imitare quella «souplesse», quella morbidezza (ma la parola non rende l’idea del termine originale) che ha fatto la fortuna delle etichette d’Oltralpe. Aggiungendo però qualcosa in più, la nostra cultura, la nostra storia, virtù su cui i francesi non riescono a rivaleggiare con noi. E oggi, se l’Italia del vino è il principale esportatore nel mondo sia in volume che in fatturato, il merito lo si deve anche a chi, come Tachis, ha saputo sdoganarne l’immagine. E non importa in questa sede fare l’elenco di tutte quelle etichette a firma del principe degli enologi, buone e rinomate che hanno fatto la felicità di molti appassionati di vino.
Ci piace ricordare ovviamente anche il suo legame fortissimo con la Sicilia che lui ama definire «l’isola della cultura» al contrario dell’amata Sardegna che invece è «l’isola della natura». Fu Diego Planeta mentre era a capo dell’Istituto regionale della Vite e del vino a chiedere la sua consulenza alla fine degli anni ’80, rapporto che poi è continuato con l’attuale presidente Leonardo Agueci. Le sue parole, i suoi consigli sono stati di grande aiuto in una terra che era abituata a produrre vino bianco destinato alla distillazione. Con lui abbiamo scoperto che Mozia con la sua storia ricchissima può diventare anche un volano inimitabile per il vino di quella zona; con lui abbiamo scoperto che probabilmente la Sicilia è terra più vocata per i rossi che per i bianchi; con lui abbiamo appreso che nella nostra terra non bisogna esagerare con le barrique e che di legno, nel vino, ne basta, una pennellata grazie al nostro clima; con lui sappiamo che forse il modo migliore per fare vino è quello di farlo fermentare e affinare in vasche di cemento piuttosto che in altri contenitori, «perché il vino vive come l’uomo e voi ce lo vedreste un essere umano vivere dentro un silos d’acciaio…». Piccole considerazioni che però, sappiamo, hanno lasciato il segno. Ed hanno fatto sì che anche la Sicilia enologica crescesse e diventasse una delle aree italiane di riferimento. Ecco perché non basterà questo articolo a dirgli grazie a nome di tutti gli amanti del vino. Buon compleanno, Maestro. E ad multos multosque annos.

Fabrizio Carrera