Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 186 del 07/10/2010

IL PROVVEDIMENTO Vitigni sulle etichette degli Igt Sicilia: nuove regole

02 Ottobre 2010
GCLongo GCLongo

IL PROVVEDIMENTO

Via libera del ministero delle Politiche Agricole. Salta il tetto al numero delle varietà che si potranno indicare. Soddisfazione da parte di Assovini: “Un vantaggio per tutti, anche per il consumatore”

Vitigni
sulle etichette
degli Igt Sicilia:
nuove regole

Nell’etichetta degli Igt Sicilia si potranno indicare tutti i vitigni utilizzati. E’ ciò che ha diramato con una comunicazione ufficiale il ministero della Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in seguito alla richiesta avanzata da Assovini Sicilia, portavoce dei 70 produttori associati che da mesi sollecitavano un chiarimento del regolamento.

La comunicazione ufficiale è stata emessa da pochi giorni e segna un superamento della difficoltà di interpretazione della normativa riguardante l’etichettatura dei vini Igt, in quei punti che regolamentano la parte descrittiva dell’etichetta, ritenuti ambigui e ambivalenti. Cosa che fino ad ora aveva creato non pochi problemi ai produttori ai quali non era chiaro se si potesse inserire o meno la composizione dei vitigni quando il blend superasse il numero di cinque varietà. Impasse causata dalla cattiva stesura delle norme in cui si sono trovati spesso anche i deputati ai controlli per conto della repressione frodi. Il via libera del ministero riguarda solo le tipologie Igt Sicilia Rosso, Bianco e Rosato nel caso in cui i vitigni costituiscano il 100% del vino e si rifa al recente regolamento comunitario n. 207 del 2009 in materia di etichettatura per l’Igt. “Dobbiamo ringraziare il ministero ed anche l’ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi che ha collaborato all’accoglienza della nostra istanza – dichiara Giuseppe Longo (nella foto), responsabile dell’area sviluppo dell’Assovini -. Era da anni che lavoravamo su questo cavillo. Le aziende avevano la necessità di fare sapere al consumatore di quali vitigni fosse composto il loro vino”. Un atto di trasparenza indispensabile a fronte di un consumatore sempre più preparato ed esigente. “Il consumatore ha il diritto di sapere cosa sta bevendo. Il chiarimento di questa normativa potrà sicuramente dare un contributo alla vendita di questi vini – assicura -. Un vantaggio per tutti, per il settore”.

Manuela Laiacona