Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 25 del 06/09/2007

L’INTERVISTA «Cous cous fest, crocevia di etnie»

05 Settembre 2007
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    L’INTERVISTA

Decimo anniversario per la kermesse di San Vito Lo Capo. In arrivo chef da otto Paesi e quattro cous_hp.jpgcontinenti. Il sindaco della borgata trapanese: «Quest’anno un’atmosfera e un fervore mai percepiti prima»

«Cous cous fest,
crocevia di etnie»

Ogni anno da dieci anni San Vito Lo Capo, dopo la scorpacciata estiva di vacanzieri, si svuota di colpo. I turisti tornano con malinconia a casa, le stradine del borgo marinaro trapanese si svuotano, i ristoranti non sono più pieni. Dura pochi giorni però. Perché alla fine di settembre, quando il sole ti accarezza con dolcezza e la spiaggia è quasi vuota, la perla della Sicilia occidentale si rianima per una settimana, grazie alla magia di una festa che celebra un piatto cucinato in svariati modi, a seconda dei popoli che lo preparano.

sanvito1.jpgÈ il Cous Cous Fest, quest'anno alla decima edizione (dal 25 al 30 settembre), a prolungare di qualche giorno l'atmosfera estiva e festiva di una delle più belle località del Mediterraneo. Una manifestazione gastronomica ma non solo. Perché il Cous Cous Fest, organizzato dall’agenzia di comunicazione palermitana Feedback, è un crocevia di etnie, una rassegna di suoni, colori e sensazioni.
Il sindaco di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino, è in carica dal 1998 ed ha dunque partecipato a tutte le edizioni della kermesse.
Sindaco, come si prepara San Vito al decimo compleanno del Cous Cous Fest?
«È sempre stato un evento dal sapore particolare, ma quest'anno in paese, forse perché è il decimo anniversario, ci sono un'atmosfera e un fervore mai percepiti prima. Questo perché la rassegna non coinvolge solo l'amministrazione comunale e le associazioni locali ma l'intera comunità sanvitese, che con frenesia attende questo primo importante anniversario».
E le strutture ricettive sono pronte all'evento?
«Tutto è pronto già da tempo, le prime prenotazioni dei turisti sono arrivate già in primavera e in quei giorni sarà molto difficile trovare un ”buco”».
Dal punto di vista turistico quali benefici ha apportato questa manifestazione?
«La destagionalizzazione del turismo è tra gli obiettivi principali della kermesse e possiamo dire di aver centrato la missione e lo affermo con i dati in mano. In dieci anni siamo passati da 132 mila presenze a 393 mila nel 2006, ma l'aspetto più significativo è il netto incremento di turisti in bassa stagione».
Quali sono le principali novità previste per questa edizione?sanvito2.jpg
«Innanzitutto c'è il ritorno del Brasile che prende il posto dell'Algeria. Dunque negli stand sarà possibile gustare il cous cous di otto Paesi da ben quattro continenti: oltre al Brasile e all'Italia, la Tunisia, il Marocco, il Senegal, la Costa d’Avorio, l'Israele e la Palestina. Tra le iniziative collaterali ”La penna e la forchetta”, mescolerà letteratura e gastronomia, ci saranno cuochi che scrivono poesie e letterati che si dilettano a cucinare. Tra gli ospiti illustri della serata di premiazione avremo lo chef Gianfranco Vissani. Nella giuria il presidente sarà Stefano Bonilli, direttore del Gambero Rosso. L'evento musicale principale è il concerto di Khaled, artista che ben simboleggia il carattere etnico e allo stesso tempo d'integrazione culturale della rassegna. Ma non è tutto. Dopo il Cous Cous Fest sarà ”Tempo ri capuna”, un evento finanziato dall'Unione europea, che mira alla valorizzazione della lampuca, il pesce conosciuto in Sicilia come capuni. A questo e ad altri pesci poveri dedicheremo gli ultimi 3 week-end di ottobre».
Una curiosità: a lei piace il cous cous?
«Certo, il sindaco di San Vito Lo Capo non può non amare questo piatto. Adesso lo prepara mia moglie perché io non sono affatto abile ai fornelli ma lo mangio sin da quando ero piccolo, quando mia madre lo incocciava nelle giornate di festa. Il cous cous per noi sanvitesi è il piatto della festa. Lo offriamo ad ospiti importanti e lo gustiamo in giornate particolari».
Come lo preferisce?
«Noi siamo abituati ad abbinarlo al pesce ma anche nelle sue versioni arabe col montone e con le verdure, rimane un pasto gustoso e succulento. Inoltre confesso che io amo il vino rosso e anche quando mangio il cous cous con il pesce, bevo un buon bicchiere di Cabernet Sauvignon».


Francesco Sicilia