Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 25 del 06/09/2007

VERDE A TAVOLA Misticanza, revival medievale

05 Settembre 2007

    VERDE A TAVOLA

Nel XIII secolo questa mescolanza di verdure veniva portata di casa in casa dai frati, che in cambio chiedevano l'obolo alle famiglie

Misticanza, revival medievale

Dai campi del medioevo alle nostre tavole. Con le dovute correzioni e gli aggiustamenti del caso. La misticanza, ovvero la “mescolanza” di erbe cotte e crude largamente preparata nel medioevo ritorna sui nostri deschi dove vive un inaspettato revival.

Per la verità si tratta di un piatto da sempre presente nell'Italia centrale, che non è mai uscito di scena. Al sud invece si è sempre preferito l'uso della verdura consumata singolarmente. Della misticanza fanno parte il dente di cane, l'erba stella, la ruchetta, il crescione, la pimpinella, la lattuga di campo, porcacchia, i raperonzoli, cicoria selvatica, crespigni, le cime di finocchio selvatico, margherite e qualche altra verdura spontanea.
In quella portata di casa in casa dai frati del XIII secolo che chiedevano l'obolo c'erano l'indivia, l'erbanoce, la caccialepre, la porcellana, la rughetta e i cuori di lattuga. Anticamente questa misticanza la portavano a casa i frati passando a chiedere l'obolo alle famiglie. Il tutto viene condito con olio, sale ed aceto, e con l'aggiunta della salsa di alici pestate nel mortaio o tritate e lardo sciolto in padella.
Pochi rivenditori la offrono sul mercato, vista la difficoltà di reperire alcune erbe. A Palermo l'immancabile Federico, nel centro, è in grado di soddisfare le richieste della clientela. E il ristorantino, nella zona nuova, nei pressi dello stadio ha nel menu la “sua” misticanza. “Per la verità – spiega Pippo Anastasio – noi chiamiamo così scampi e gamberi cotti sul vapore conditi con olio extravergine e aceto, poggiati su un letto di rucola. La porcellana? difficile da trovare. La vera misticanza si usava soprattutto al centro”.

Mario Pintagro