Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 26 del 13/09/2007

LA CURIOSITÀ Pagnotta disgraziata

12 Settembre 2007
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     LA CURIOSITÀ

pagnotta_disgr.jpgUna paninoteca ante litteram nel cuore dei Monti Peloritani con oltre diecimila affezionati in tutto il mondo

Pagnotta disgraziata

È un rimedio miracoloso contro inappetenza, impotenza e immunodeficienza culinaria, a patto che venga somministrata più volte al giorno, innaffiandola con del “Ruffiano” rosso di Filicudi. Parola di don Minico, al secolo Domenico Mazza, fondatore di una singolare casa di cura che si trova alle Quattro strade, sui Colli San Rizzo nel cuore dei monti Peloritani e nella quale non si utilizzano farmaci ma… pane.

don_minico_mazza.jpgBen condito e accompagnato, preparato con una ricetta speciale messa a punto dallo stesso Don Minico, ma pur sempre pane. La sua “pagnotta alla disgraziata”, con decreto ministeriale, nel 2003 è stata inserita tra i prodotti agroalimentari tradizionali e recentemente è stata inclusa nelle prestigiose guide della Michelin e del Touring club.
Per prepararla occorre pane di casa farcito con melanzane, carciofini sott’olio e pomodori secchi, tutti di produzione “della casa”, olive, formaggio (rigorosamente pecorino pepato prodotto a San Fratello, sui Nebrodi), salame dei Peloritani, il tutto condito con olio e abbondante peperoncino. Sapori forti e decisi, omaggio alla tradizione e al gusto siciliano in nome del quale sono stati dosati e miscelati. La pagnotta viene poi divisa in quarti, la porzione ideale. Un vero toccasana, assicura il suo creatore che, alla bella età di 86 anni, insieme con moglie, figlio e nipoti, gestisce con sapienza ed ironia, come se fosse una clinica per inappetenti e buongustai, questa paninoteca ante litteram, nata oltre sessant’anni fa. Su richiesta del “paziente” di turno, don Minico compila una cartella clinica con tanto di diagnosi e cura (una bella porzione di pagnotta, naturalmente) e appone come sigla l’impronta della sua mano destra intrisa di olio, quello con cui prepara con cura melanzane e carciofi. “Un rito simbolico – racconta il figlio Paolo – che ci consente di avere un contatto diretto con i clienti. Ad oggi sono circa diecimila quelli che ci scrivono da tutto il mondo”.
La storia della pagnotta affonda le radici nella vita stessa di don Minico, che giovanissimo garzone di fornaio, iniziò a percorrere le strade tortuose dei Pelortani per recarsi a vendere il pane a Messina. “Una vita di sacrifici – racconta – per mantenere la mia famiglia”. Le Quattro strade, già allora, erano un luogo di transito obbligatorio (l’autostrada ancora non esisteva) per quanti si recavano da Palermo a Messina e di sosta. Alla fine degli anni quaranta nacque il primo chioschetto, realizzato con una carriola che fungeva da ghiacciaia. Poi alle bibite venne affiancato il pane, un tempo meno farcito di oggi, ma sempre molto piccante. Proprio da questa caratteristica deriverebbe il nome dato alla pagnotta.
Col passare degli anni la struttura si è arricchita, fino a diventare la “Casa di cura Don Minico”, dove è possibile gustare il pane farcito e acquistare prodotti tipici: melanzane e pomodori sott’olio, malvasia, capperi e cucunci prodotti a Filicudi e il peperoncino kamikaze utilizzato in molte preparazioni.
L’ultima novità firmata Don Minico si chiama cucunciagra, un preparato a base di cucuncio, il fiore del cappero, peperoncino e varie spezie “che – assicura Paolo Mazza – è un forte afrodisiaco, paragonabile negli effetti alla celebre pillola blu”.

C.M.