Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 130 del 10/09/2009

LA PROVOCAZIONE Quando si dice “pizza capricciosa”

10 Settembre 2009
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LA PROVOCAZIONE

altOltre un’ora e mezza di attesa in un locale per essere serviti è lecito? In un buon locale non conta solo la bontà del piatto ma anche la qualità del servizio

Quando si dice
“pizza capricciosa”

Tanto per intenderci: il fatto che il sabato sera i ristoranti siano superaffollati e che per avere sul tavolo la pizza richiesta sia necessario attendere più del dovuto è lecito. Ma quando l’attesa supera l’ora e mezza, viene meno la decenza assieme alla pazienza di chi aspetta.


Il caso simbolo si è verificato al ristorante Baglio dei Mille sul lungomare Boeo di Marsala. Lo selezioniamo con attenzione da una lunga lista, e in particolare ci facciamo catturare dal sito internet, realizzato con cura, che fra le varie sezioni ne offre una dedicata al menu, un’altra dedicata alle photogallery. Peccato però che il detto “l’abito non fa il monaco” spesso corrisponda alla realtà. Oltre al sito internet, il locale si presenta bene anche dal vivo, ma poi cade nel tranello dell’attesa. Un’ora e mezza (e il tempo potrebbe essere più lungo se non decidessimo di andar via) sono troppe per due pizze. Tanto più se si considera che il locale, quando arriviamo noi (ore 8,30 circa) è semivuoto. Ordiniamo un antipasto caldo e le bibite, che vengono serviti dopo circa dieci minuti. Fin qui nessun problema, anche perché l’antipasto è molto buono. Panelle, crocchette e patatine sono cotte al punto giusto tanto che restiamo più che soddisfatti. Il seguito però non è memorabile: due semplici pizze delle quali non vi è traccia. Dopo meno di un’ora, peraltro, notiamo che alcuni clienti che si sono seduti al tavolo dopo di noi vengono già serviti. Una coppia, addirittura, arrivata al ristorante dopo le 9, col locale ormai pieno, consuma le sue pizze in tempo record e va via, mentre noi stiamo ancora aspettando le nostre. Ci rendiamo conto che qualcosa non va.
Le nostre ordinazioni forse sono state perse? Può succedere, se fosse così non ne faremmo un dramma. Ma quando chiediamo lumi al cameriere, ci dice che l’attesa è normale e che le nostre pizze sono in forno. Perché allora altri clienti sono già stati serviti? “In quel tavolo, a differenza vostra non hanno ordinato l’antipasto – ci informa – in quell’altro invece c’è un bambino e ai piccoli è giusto dare la precedenza”. Con poca convinzione accettiamo le motivazioni. Ma aspettiamo invano un’altra mezz’ora. A quel punto indispettiti ci alziamo da tavola e chiediamo il conto alla cassa, con l’esclusione, ovviamente, delle pizze mai arrivate.
La cassiera non fa una piega, né si scusa del disservizio. Allora decidiamo di protestare per quanto accaduto, ma provochiamo soltanto la secca risposta dell’impiegata: “Non state aspettando più degli altri”. Ma non si dice che il cliente ha sempre ragione? Un detto che evidentemente non ovunque viene tenuto a mente.
Un buon ristorante, oltre a proporre piatti succulenti, dovrebbe distinguersi per il buon servizio, e per servizio si intende anche la qualità dell’attesa, che non dovrebbe essere così lunga, neppure il sabato col locale affollato. Attendere più di un’ora è mezza per due pizze non è ragionevole, tanto più se a ciò non si accompagnano le scuse del personale. Allora il cliente non ha sempre ragione. E dunque la strada per l’eccellenza (che non risparmia il servizio) è ancora lunga. Quasi come l’attesa per due pizze.

Gaetano Luca La Mantia