Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 131 del 17/09/2009

IL RITORNO Il “Talento” di Claudio Rizzoli

17 Settembre 2009
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IL RITORNO

Dodici aziende fanno ripartire l’Istituto che dovrà promuovere il marchio per rilanciare gli spumanti. Al vertice c’è l’amministratore delegato di Cantina Rotari

Il “Talento”
di Claudio Rizzoli

Riaccende i motori l’Istituto Talento Italiano. Attraverso la spinta di dodici aziende avrà come obiettivo quello di promuovere il marchio Talento, istituito con un decreto ministeriale che ne fissa le rigorose condizioni di utilizzo a garanzia della qualità dei vini che lo riportano.

Le aziende che ne fanno parte sono: Gruppo Italiano Vini, Castello Banfi-Vigne Regali, Cantarutti, Bisol, Arunda Vivaldi, La Versa, Produttori Cormòns, Rotari, Vigneti Pittaro, Letrari, Marchesi de’ Frescobaldi, Santa Margherita.
Il decreto sul marchio era stato emanato già nel 2004, ma ha però avuto finora una scarsa applicazione: prevede che possano riportare in etichetta la menzione Talento gli spumanti italiani prodotti con uve chardonnay, pinot nero o pinot bianco provenienti da vigneti iscritti agli albi di una Doc o Docg, elaborati con rifermentazione in bottiglia secondo il tradizionale metodo classico e affinati in propri lieviti per almeno 15 mesi. Si tratta dunque di norme rigide che fanno di Talento, come si legge in una nota “una indicazione che affianca e completa le denominazioni territoriali in modo analogo a quanto avviene oltralpe con i vari Crémant d’Alsace, Crémant de Bordeaux, Crémant de Loire e così via”.
Alla presidenza dell’istituto è stato eletto Claudio Rizzoli (nella foto), amministratore delegato Cantina Rotari. “Talento si propone come un marchio collettivo che intende rappresentare il terzo pilastro della spumantistica italiana accanto a Prosecco e Asti. È molto sentita l’esigenza di offrire al consumatore finale una maggiore chiarezza, soprattutto relativamente alla tipologia di prodotto”, ha dichiarato Rizzoli. Che ha poi aggiunto:  “A nostro avviso, è, inoltre, molto sentita l’esigenza di disporre di un marchio che sia capace di raggiungere una massa critica che dia al metodo classico italiano la possibilità di affrontare i mercati esteri. Una massa critica che oggi è valutabile in diverse decine di milioni di bottiglie. Attualmente i nostri prodotti riconducibili alla tipologia Talento sono penalizzati da una eccessiva frammentazione a causa della suddivisione in un numero eccessivo di microzone che non hanno la capacità di conquistarsi spazi significativi in un contesto internazionale. Per questo motivo oggi 12 aziende di regioni diverse si mettono insieme per affermare la loro fiducia in questo progetto e nella capacità degli spumanti italiani classificabili come Talento di conquistare, grazie a questa identità comune e nel pieno rispetto delle rispettive specificità locali, il successo che meritano al fianco degli altri due pilastri, Asti e Prosecco”.

C.d.G.