Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 131 del 17/09/2009

LO STUDIO Food & beverages, meno ma meglio

18 Settembre 2009
Zanella_Maurizio Zanella_Maurizio

LO STUDIO

Secondo Astra Ricerche il 75% degli italiani ritiene che durante la crisi meglio ridurre gli acquisti ma non la qualità. L’indagine presentata dal Consorzio Franciacorta

Food & beverages,
meno ma meglio

“Ben il 75% dei nostri connazionali dichiara di non aver peggiorato la qualità dei propri acquisti rispetto al gennaio 2008 (per il settore food & beverages si arriva addirittura  all’89%, per i prodotti tecnologici d’uso personale si giunge all’86%, per i farmaci e i prodotti per la salute e il benessere al 79%). Inoltre il 77% della popolazione afferma di non avere alcuna intenzione di ‘tagliare’ la qualità dei prodotti che acquisterà nei prossimi 2-3 anni”.


Questa la sintesi della ricerca realizzata da Astra Ricerche, presentata al convegno Con la qualità fuori dalla crisi, organizzato dal Consorzio per la tutela del Franciacorta con la presenza di Altagamma, Maserati, Consorzio del prosciutto di San Daniele e Consorzio per la tutela del Franciacorta. Lo studio evidenzia come la cifra stilistica prevalente per il triennio 2008/2010 è less but better, ossia meno ma meglio. La qualità viene insomma difesa con i denti dai consumatori stessi, che preferiscono rinviare acquisti onerosi o diminuire la frequenza di fruizione degli stessi, o ancora avviare una politica degli acquisti ancor più intelligente e mirata.
La ricerca conclude che “chi pensa, per uscire dai guai presenti, di abbassare la qualità compie un gravissimo errore: rivedere i prezzi, questo sì è necessario (e non solo fino all’inizio della ripresa); ma fare quality downgrading sarebbe folle. Il mercato italiano chiede qualità (e tanta gente fa fatica proprio per rinunciare ad essa), mentre sui mercati internazionali tutte le prospettive del Made in Italy sono legate – come sempre, più di sempre – alla nostra capacità di garantire una reale top quality: lo chiede l’84% dei nostri clienti all’estero”.
 Una prospettiva di cui si fa interprete il Consorzio per la tutela del Franciacorta: “Abbiamo il disciplinare di produzione più rigido al mondo – ha dichiarato Maurizio Zanella (nella foto), presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta – in 40 anni abbiamo fatto miracoli. Rispetto a molti altri competitors, i volumi di produzione del Franciacorta sono minimi e quindi, visto che non potremo arrivare a produrre più di 20/25 milioni di bottiglie perché le dimensioni del territorio di più non consentono, siamo costretti a puntare tutto sull’elemento qualità, facendo sia che sia essa a rendere riconoscibile il Franciacorta al mercato”.

C.d.G.