Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 181 del 02/09/2010

L’ANALISI Export avanti tutta

04 Settembre 2010
vino vino

L’ANALISI

Chi soffre e chi cresce secondo un’indagine di Confagricoltura. Ecco le risposte di alcuni produttori di vino da Mazzei a Majolini

Export avanti tutta

Il mercato italiano non dà segni di ripresa, ma l’estero si sta muovendo. E chi ha fatto dell’esportazione il punto di forza della sua attività tira un sospiro di sollievo. È quanto emerge da un’inchiesta di Confagricoltura presso i suoi produttori.

«I prezzi del Chianti sono più bassi di quelli dell’anno scorso – dice Luca Giannozzi, produttore e vicepresidente della Federazione nazionale vitivinicola di Confagricoltura – ma i mercati sono in crescita». «Il mercato italiano è assolutamente piatto – conferma Filippo Mazzei (Fonterutoli) – ma all’estero c’è un risveglio generalizzato. Direi un +10%, con la Russia in testa e la Germania in netta ripresa». In Sicilia quest’anno si respira un’aria più serena. Come spiega Diego Planeta, presidente della Cantina Settesoli: «Certamente ci sta aiutando il -20% della produzione di vini bianchi. Ma i veri segnali di ottimismo arrivano dall’estero». Come dice anche Antonio Rallo (Donnafugata), che lamenta un crollo vertiginoso delle vendite nel mercato italiano della ristorazione e dei wine bar. «Tengono solo le enoteche e la GDO. Per fortuna c’è una buona ripresa dell’export». Sono invece momenti duri per i produttori piemontesi che hanno 220 mila ettolitri di vino in giacenza, soprattutto Barbera, Dolcetto e Brachetto. «Quest’anno la qualità è ottima, ma i prezzi, a causa delle giacenze sono a minimi storici – dice Andrea Faccio (Villa Giada), presidente della federazione regionale vitivinicola di Confagricoltura. Colpa di una politica che ha portato ad avere quantità eccessive di prodotto rispetto alla capacità di assorbimento del mercato». Situazione a macchia di leopardo in Veneto dove, secondo Fabio Poggi, presidente delle Federazione regionale vitivinicola, «tengono, e bene, le grandi denominazioni che hanno un mercato affermato all’estero, Prosecco in primis, ma anche l’Amarone e il Valpolicella, che hanno ancora abbondanti margini. Soffrono tutti gli altri, Soave in testa, che ha grandi difficoltà. Il cielo è rosa anche per le bollicine della Franciacorta». I prezzi tengono – dice Ezio Majolini – e i mercati, interno ed estero, rispondono bene.
 

Agata Polizzi