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Speciale Cantine Aperte

Lombardini, presidente Mtv Toscana: “Punteremo su un’offerta turistica completa e sulla destagionalizzazione”

23 Maggio 2013
lombardini lombardini

Ben 50mila presenze nell’edizione 2012 di Cantine Aperte Toscana, un record che le 69 cantine partecipanti vogliono superare nel 2013, puntando su due aspetti di rilievo: l’internazionalizzazione dell’appeal del territorio e la diffusione di tutte le varietà autoctone toscane.

Obiettivo principe dell’edizione 2013, infatti, è quello di stringere i rapporti già avviati con gli operatori dell’intermediazione organizzata e con gli attori delle governance regionale come strategia di sviluppo dell’appeal turistico della regione anche in occasione di Cantine Aperte. L’evento definito dal presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana Alioscia Lombardini come la “Stella” del consorzio ha uno scopo che va oltre la sola data del 26 maggio. Lombardini, infatti, sottolinea che “la collaborazione e l’intuizione del Movimento e della Regione Toscana nasce dall’intenzione di volere diffondere una immagine più completa dell’offerta enoturistica toscana, cercando di trattare in modo paritario le varie tipologie di vino, spingendo sul loro nesso con il territorio”. La scelta della Toscana, quindi, è di portare avanti non solo i brand più attrattivi come il Chianti ed il Brunello ma di far conoscere a più ampio respiro l’offerta vitivinicola territoriale.

Una carrellata che parte da Sangiovese, Canaiolo Nero, Ciliegiolo e Aleatico, fino alle varietà, sempre autoctone a bacca bianca come il Trebbiano Toscano, la Malvasia del Chianti, la Vernaccia di San Gimignano, l'Ansonica, il Canaiolo Bianco, il Greco e il Vermentino, a copertura di tutto il territorio.

Tra le iniziative di Cantine Aperte, infatti, emerge la collaborazione con il Tour Operator Wine and Tours che cura la creazione di eno-pacchetti ad hoc per le coppie, i single e le famiglieper abbinare la cultura alla scoperta enogastronomica in tutte le stagioni dell’anno ed organizzando degustazioni di vini ed oli, nonché la visita a luoghi non sempre inseriti nei circuiti turistici tradizionali (per maggiori informazioni:  www.wineandtours.it e info@wineandtours.it).
Per educare i visitatori alla conoscenza dei vini, poi, l’edizione 2013 prevede una bella novità: “Lezioni di vino”, un vero e proprio corso che permette al visitatori di ascoltare e confrontarsi direttamente con il produttore che racconta del suo vino.

Quali i benefici apportati da tale liason tra più attori della filiera locale? “Destagionalizzazione dell’offerta turistica ed enogastronomica locale e diffusione di una conoscenza più completa dei vitigni autoctoni toscani”, sottolinea Lombardini. Tale intenzione trova spazio anche grazie agli investimenti fatti per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti e per la promozione dei vini toscani all’estero: un budget di 27,4 milioni di euro previsti dalla Regione nell’ambito delle attività dell’Organizzazione Comune del Mercato a livello europeo (fonte ANSA, marzo 2013).
In particolare, il turismo enogastronomico è tra i prodotti che attirano di più i turisti stranieri in Toscana: il 35,4% dei pacchetti turistici venduti dai tour operator statunitensi è legato al turismo del gusto, così come il 33,3% di quelli australiani ed il 18,2% di quelli brasiliani (dati Osservatorio regionale del turismo in Toscana – Unioncamere Isnart, anno 2011).

Il presidente Lombardini, infatti, ha le idee chiare in merito all’identikit del turista enogastronomico che sceglie la Toscana: Aabbiamo tre tipologie di turisti. Il conoscitore che è consapevole della forza dei brand Chianti e Brunello ma che una volta sul posto sente la necessità di ampliare i suoi orizzonti; il turista interessato veicolato soprattutto dal passaparola di conoscenti che gli fanno conoscere vari vini ma che poi lui cerca sul territorio, mostrandosi poco intenzionato a volerne scoprire altri, ed il turista casuale che si muove soprattutto in gruppo e che è difficile da sensibilizzare sulla varietà di vini a disposizione, quasi come se fosse trainato dalle scelte altrui e che interpreta la Toscana come culla culturale ed enogastronomica in modo molto generale, tutto da educare quindi”.

L’appeal del vino toscano all’estero, poi, si esprime anche sul fronte dell’export che nei primi 9 mesi 2012 è cresciuto del +6,8% attestandosi a 491 milioni di euro, puntando sui 700 milioni a chiusura anno (dati Toscana Promozione, anno 2012).

Lucrezia Balducci