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Taormina Gourmet 2017

“L’imperatore” dei vini bianchi a TG2017. Hans Terzer: “La mia rivoluzione in Alto Adige”

23 Ottobre 2017
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(Daniela Scrobogna e Hans Terzer – ph Vincenzo Ganci)

di Michele Pizzillo, Taormina

E’ un paragone azzardato, ma lo stile è identico. L’imperatore Francesco Giuseppe diceva di essere il primo impiegato dell’Impero; Hans Terzer, direttore dell’altoatesina Cantina di San Michele Appiano, discendente da famiglia che ha vissuto i tempi d’oro dell’Impero Austro-Ungarico, ha concluso la verticale “doc Alto Adige Sauvignon Sanct Valentin”, a Taormina Gourmet, dicendo che il suo è un vino molto buono, non un grande vino. 

Modesto, come l’imperatore dei suoi avi, perché le sei annate di Sauvignon che ha presentato alla degustazione (2007, 2009, 2010, 2012, 2015, 2016) condotta da Daniela Scrobogna, giornalista responsabile dei corsi di formazione della Federazione italiana sommelier, sono eccezionali. E uno diverso dall’altro. Tranne la costanza del colore, l’equilibrata acidità, la freschezza e la grande eleganza di un vino che è diventato punto di riferimento per i grandi vini bianchi non solo italiani.     

Cantina sociale nata 110 anni fa, ai tempi del primo impiegato dell’impero, da quando è stata affidata la conduzione a Terzer (aveva solo 23 anni), i vini bianchi hanno praticamente sostituito la produzione dei rossi che aveva raggiunto percentuali attorno al 90%. Scelta voluta da Terzer che, contrariamente a quanto gli era stato imposto, usciva dalla cantina per incontrare i viticoltori (più di 300), concordare con loro i lavori in vigna e tutte quelle iniziative necessarie per arrivare alla produzione di vini di grande qualità, assicurando ai soci il pagamento dell’uva secondo la qualità del grappolo e non in base al peso. Un esempio di investimento che ha dato risultati straordinari, e lo diciamo dopo aver seguito la degustazione di Taormina Gourmet. D’altronde il Sauvignon Sanct Valentin è il più premiato dalle guide dei vini e uno di quei prodotti che ha rivalutato anche la fatica di centinaia di piccoli viticoltori, in un’area dove l’estensione medio del vigneto è 1,2 ettari. Viticoltori che hanno subito recepito il messaggio di Terzer: conferire alla cooperativa uve sana per produrre vini molto buoni. E, il Sauvignon Sanct Valentin, ha detto Daniela Scrobogna è, addirittura il capostipite della rivoluzione bianca esplosa in Alto Adige negli anni Novanta, oltre ad avere contribuito a fare capire ai consumatori che questi vini non sono affatto di serie B.

Vediamola, questa eccellente degustazione, condotta a quattro mani da Daniela e Hans.

2016: E il secondo anno che la gradazione alcolica è elevata di mezzo grado e, quindi, a 14.5°; e il terzo che prevede l’utilizzo del legno per una parte dei vino che finisce in bottiglia. Con Daniela che sente tutte le caratteristiche del sauvignon tra il colore verde brillante e Hans che premette “i miei vini devono essere beverini, piacevole e  non devono presentare sentori di frutta acerba, tant’è che lavoro solo uva matura”. Insomma, un programma che stante i risultati, non può che essere condiviso. E l’ultima annata del Sanct Valentin ne è un esempio con la sua eleganza, piacevolezza e l’avvolgente acidità. Aggiunge Hans: immaginatelo fra 3-4 anni.

2015: Qui il colore è verde brillantissimo, l’acidità decisa e ovviamente molto equilibrata e, sottolinea Daniela “più muscoloso, addirittura maschile, della vendemmia successiva”. Aggiunge Hans: “Annata eccezionale per noi”. Un aspetto da sottolineare per il Sauvignon della Cantina di San Michele Appiano, è che Terzer impedisce la malolattica perché, dice, “mi rovinerebbe questo tipo di vino”.

2012: Bella annata, pure sotto l’aspetto quantitativo, ed anche terza interpretazione del Sauvignon altoatesino, visto che a San Michel introducono pure il passaggio in botte di una parte del mosto. E’ un vino di una freschezza avvolgente, tanto da sembrare quasi un Riesling tedesco. L’80% delle uve arriva da vigne dello stesso terreno e, quindi, anche profumi e sapori sono più uniformi, tra la crema di limone che tanto piace a Daniela e le erbe aromatiche che rendono ancora più piacevole il vino. Questa è anche una delle tre grandi annate delle sei scelte da Terzel per la verticale. Consiglio di Hans, a questo punto: dove non c’è acqua, non impiantate il Sauvignon.

2010: Annata molto calda, abbastanza difficile e ultima tutta impostata sull’uso dell’acciaio. Il vino è leggermente chiuso, ma buono, con acidità e sapidità sempre elementi centrali del Sauvignon di Terzer.  Qui si avverte anche una bella nota aromatica e fondo ammandorlato, probabilmente assicurati dalla piovosità superiore alla norma. Gradevolissime anche le note di erbe aromatiche.

2009: Colore oro verde per la vendemmia cha ha convinto tutti i partecipanti alla verticale di Taormina Gourmet. Dice Hans: “Abbiamo fatto le ferie raccogliendo uve belle e mature, che ci hanno assicurate un vino esemplare per la sua complessa ricchezza  e l’avvolgente piacevolezza. Insomma, una grande bottiglia. “Forse sono stato fortunato nello scegliere quella giusta”, dice il direttore di San Michele. 

2007: Le danze si sono aperte con il colore giallo oro della buona annata 2007. Che, se vogliamo, anticipa l’acidità avvolgente che caratterizzare tutte le cinque bottiglie successive. A dieci anni dalla vendemmia, si presenta ancora fresco, piacevole, con una persistenza incredibilmente lunga, in particolare di sentori della crema di limone che avverte l’esperta della Federazione sommelier.

ALCUNE FOTO DELLA MASTERCLASS (ph Vincenzo Ganci)