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Vini e territori

C’è un Etna che non finisce di sorprendere. Sei vini dieci anni dopo e un ’89…

06 Settembre 2014
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Quando l'Etna non finisce mai di stupire. A dieci anni dalla vendemmia, i vini dell'Etna hanno ancora qualcosa da raccontare.

Un'evoluzione diversa da vino a vino ma molto interessante per capire la potenzialità di un territorio, tra quelli con maggiore appeal a livello internazionale.


Salvo Foti durante il suo intervento

Sei vini, sei aziende a confronto in una degustazione alla cieca guidata ed ideata dal produttore ed enologo Salvo Foti nell'ambito di Vinimilo. Dal 1989 al 2004 ecco una descrizione dei vini degustati delle aziende Barone di Vilagrande, I Vigneri, Biondi, Scilio, Calabretta, Benanti.

Campione n.1 
Il colore è già sorprendente. Un giallo paglierino con riflessi verdolini.
Già all'olfatto i sentori sono complessi, spaziando dalle note agrumate a una leggera nota erbacea, e ancora fiori di campo, mallo di noce a quella evidente di idrocarburi.  Al palato è caratterizzato da una mineralità e un'acidità persistenti, sintomo di un vino che ha ancora qualcosa da raccontare.
(Etna bianco superiore 2000 –  Barone di Villagrande)

Campione n.2 
Le note sono quelle proprie della vigna, dell'uva, che ricordano immediatamente il vino di una volta. Un po'ossidato. Anche qui abbiamo un'acidità evidente ma leggermente meno persistente rispetto al primo, ma è un vino che ha raccontato bene ma sua evoluzione. Sorprendente per la tenuta.
(Vino bianco Carricante 1989 – I Vigneri)

Campione n. 3
Questo vino colpisce subito per la sua vivacità, espressa al palato da una mineralità persistente, scattante, mai banale. È un vino equilibrato che regala piacevolezza grazie alla sapidità data dalla mineralità persistente.
(Outis 2000 – Biondi)

Campione n.4 
In questo vino l'evoluzione più spostata verso la morbidezza, con una dolcezza quasi predominante rispetto all'acidità e alla tannicità. È interessante per capire anche la differenza tra le varie zone di produzione dell'Etna e la loro relativa evoluzione.
(Etna rosso Orpheus 2001 – Scilio)

Campione n. 5
C'è in questo vino un tannino ancora evidente e anche una nota di acidità. Malgrado la punta di ossidazione è un vino che ancora si difende. 
(Etna Rosso 2001- Calabretta)

Campione n. 6
Qualcuno lo ha definito la sintesi dell'Etna. E la sua complessità olfattiva lo conferma. I sentori più riconoscibili spaziano dall'erbaceo al terroso.
Ha un equilibrio notevole al palato, con un inizio dolce, che poi si traduce in una tannicità persistente. Sapido. Lungo.
(Etna Rosso 2004, Serra della Contessa – Benanti)

M.A.P.