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Vini e territori

Cambio al vertice del Consorzio di Tutela del Custoza

28 Maggio 2013
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Giorgio tommasi


Giorgio Tommasi, presidente in carica del Consorzio di Tutela del Bardolino, assume anche la guida del Consorzio di Tutela del Custoza.

Doppia carica quindi per il 59enne a capo di un'azienza agricola con vigneti a Sandrà e Lazise. Prende il posto di Carlo Nerozzi.

La Doc del Custoza, vino che nasce dal mix di varie uve, tra cui spiccano le autoctone Garganega, Trebbianello e Bianca Fernanda, è la quarta denominazione italiana per produzione di bianchi, tradotta in numeri: 70 cantine,  500 vignaioli, 1200 ettari di vigneto,12 milioni di bottiglie all'anno. 

Il Consorzio di tutela del Custoza ha tra l'altro ricevuto dal ministero delle Politiche agricole l’incarico per la tutela e la promozione della denominazione “erga omnes”, ossia in rappresentanza anche delle aziende che imbottigliano il vino della doc senza essere socie dell’ente consortile.  “In realtà – annota Tommasi – il riconoscimento dell’erga omnes era quasi scontato, visto che i soci del Consorzio di tutela producono circa il 90% del totale delle uve dell’area: si tratta di uno dei livelli di rappresentatività più alti d’Italia”. Giorgio Tommasi è ora prossimo ad entrare come consigliere in Federdoc, la Federazione dei Consorzi a tutela delle doc italiane, al posto di Luciano Piona, ex presidente di Uvive (l’Unione dei Consorzi dei vini veneti) ed oggi anch’egli membro del consiglio di amministrazione del Custoza.

“La strategia del Custoza – dichiara  il neo presidente- è semplice: puntare ad una qualità sempre più elevata, partendo da una base che è già buona, e far sì che il vino trovi una maggiore identità, concentrandoci sui nostri tratti caratterizzanti: la piacevolezza di beva, l’abbinabilità con la cucina, la leggerezza e la delicata aromaticità, la freschezza tipica dei suoli delle colline moreniche che stanno tra la città di Verona e il lago di Garda. Qualità e identità sono le nostre parole d’ordine”.