Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Vini e territori

Cantine Edomè, passione e un po’ di intuito. Il resto lo fa l’Etna e il vino è buonissimo

04 Febbraio 2021
Paola_Cianci_col_padre_Antonio_i_figli_e_il_marito_Giuseppe_Vitale Paola_Cianci_col_padre_Antonio_i_figli_e_il_marito_Giuseppe_Vitale

Ancora Etna. Ne parliamo perché a sfogliare la nuova Guida ai Vini dell’Etna edita da Cronache di Gusto (clicca qui per saperne di piu e magari acquistarla>) si raccolgono tanti spunti e molte informazioni.

C’è un universo da scoprire. Soprattutto tra le microaziende. Molte nascono grazie a un singolare mix tra passione e intuito. È il caso di Cantine Edomè. Antonio Cianci è un medico ginecologo apprezzato che vive e lavora a Catania. Ha la passione per l’Etna e la campagna. Una ventina di anni fa decide di acquistare un vigneto dalle parti di Passopisciaro, versante nord del Vulcano. Comprende bene che quel territorio può dare grandi vini. E poi c’è anche la soddisfazione di stare all’aria aperta lontani dal frastuono della città. Di stare a contatto con la natura. Comincia così l’avventura di questa piccola azienda che noi segnaliamo perché uno dei loro vini è tra gli Imperdibili della Guida 2021. È il Doc Etna Rosso Aitna 2016 che ci ha colpito per i suoi profumi di frutta rossa, note ematiche e ferrose e una sfumatura di arance rosse. E poi al palato è armonioso, sapido e lungo. Grande piacevolezza.

(Paola Cianci con il padre Antonio, i figli e il marito Giuseppe Vitale)

Oggi Cantine Edomè produce circa 17 mila bottiglie. E se ne esportano oltre il 15 per cento. Paola Cianci e il fratello Antonio, anche lui medico, affiancano il papà Antonio nella conduzione di questa piccola azienda che sta regalando parecchie soddisfazioni. Ai due ettari di Passopisciaro si aggiungerà a breve un altro vigneto nella zona di Milo per fare un vino bianco che già i Cianci producono acquistando uve da un bravo e collaudato viticoltore. “A regime – dice con una punta di soddisfazione Paola Cianci – saranno circa ventimila bottiglie. Un numero che fa conciliare la passione con l’impegno. Ricordo gli inizi, la prima annata nel 2005 e le frasi di mio papà che vedeva la Toscana come una regione del vino molto affermata nel mondo e noi qui sull’Etna davanti a una prateria. Il suo intuito si è rivelato profetico. Ed io? Sì, ormai sono una vignaiola e l’attaccamento a questo mondo è nato lentamente. Adesso è sbocciato”, aggiunge quasi con timidezza.

(Vigneto Feudo di Mezzo)

Le etichette: due rossi tra cui l’Imperdibile, un bianco e un rosato affidati alla bravura di Enzo Calì, attivo enologo di Benanti, cantina presso cui i Cianci si appoggiano per la vinificazione. La vendemmia, a Feudo di Mezzo, contrada di Passopisciaro, generalmente avviene a metà ottobre e tutta la famiglia Cianci viene mobilitata, tre generazioni tra i vigneti perché ci sono anche i nipotini di Antonio Cianci a vivere l’esperienza. “E tra i programmi futuri – dice ancora Paola Cianci – c’è l’enoturismo. Penso che l’Etna abbia ancora una grande potenziale inespresso. Dobbiamo attirare i turisti appassionati di vino da tutto il mondo. Il territorio ha tutto per accoglierli. Noi faremo la nostra piccola parte con il vino di Cantine Edomè”. Non resteranno delusi.

C.d.G.