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Vini e territori

Chianti Classico, le migliori etichette e le annate raccontate da Decanter

01 Ottobre 2013
chiantiproduttori chiantiproduttori


Emanuela Stucchi Prinetti, Paolo De Marchi, Paolo Caparsa

Le migliori bottiglie e il racconto delle ultime annate del Chianti Classico nel racconto di Richard Baudains che per il giornale Decanter ha realizzato un ampio reportage nel numero ancora in edicola.

Noi qui vi proponiamo un ampia sintesi del suo articolo tra bottiglie degustate e varie considerazioni ad uso anche del pubblico italiano. Scrive Baudains che lo stile del Chianti Classico spazia ampiamente “dal frutto sottile e dall’aroma floreale delle nuove annate alle foglie di tabacco e alla liquirizia delle riserve.  L’affinamento è tutt’altro che prevedibile e i produttori stanno divergendo dal copione”.  Richard Baudains ha dato dei punteggi ad annate recenti e fornisce una valutazione su come si bevono oggi.

Scrive Baudains:  “Io amo le annate di Chianti classico nei suoi primi 3-4 anni – la freschezza degli aromi, le note floreali, la sottile vena di frutta, l’energia dei tannini all’inizio, l’acidità succosa e il tocco di terrosità alla fine. Qualche volta c’è più personalità che equilibrio, ma ciò che i vini possono perdere in equilibrio, la recuperano in bevibilità. Dopo 6 anni, i tannini cedono e diventano più fini, gli aromi diventano più complessi e si iniziano a sentire spezie e fiori essiccati – qualche volta foglie di tabacco, catrame e liquirizia – ma ci dovrebbe essere sempre una fluidità tra i vini. La naturale acidità del Sangiovese conferisce lunghezza e intensità al palato e brillantezza al colore rosso granato scarico dei vini maturi. In teoria, le riserve sono un’altra cosa. Dovrebbero partire con maggiore corpo e struttura, e cioè, quando finisci l’ultima bottiglia del vino, dovresti iniziare a bere la riserva della stessa annata tutto questo, dicono, a sei anni dalla vendemmia.. Le riserve hanno a che fare con il  palato, con la trama dei tannini e la concentrazione finale che dovrebbe portarli a durare per circa 10 anni nelle annate migliori. 

Non tutti i produttori seguono questa direttiva. Molte riserve sono fatte in modo più accessibile, in uno stile più beverino, che però può perdere il suo appeal con l’eta; infatti quando svaniscono i sentori di frutti di bosco, quello che spesso rimane è il colore inchiostro e in bocca il tannino del legno. Si dice anche che i vini più vecchi non sono apprezzati. L’annata è una variabile significativa nel Chianti Classico e l’età evidenzia le differenze. Non tutte le annate si evolvono con grazia, quelle calde, ad esempio, possono diventare più coriacee e quelle più fredde metalliche. La scelta dei vini più vecchi deve essere attenta e quando tutto si mette a posto un Chianti Classico di 10 anni (sia di annata che riserva) può essere sublime, ma l’invecchiamento non è garantito. 

Per scoprire che cosa bere nel 2013, tra gennaio e febbraio di quest’anno ho degustato le annate dal 2010 al 1997, includendo un’affascinante verticale di 10 annate con più di 300 vini del consorzio toscano. Questo è il risultato”. 

PROFILO DELLE ANNATE 

2010
Un anno difficile, con una tarda estate, freddo e un tempo instabile fra agosto e settembre. I produttori che hanno ridotto drasticamente il raccolto e hanno potuto ritardare la raccolta fino a ottobre, hanno ottenuto un buona maturazione, invece raccolti anticipati hanno portato a vini con sentori erbosi. I vini hanno un corpo medio con aromi freschi e attraenti, molto floreali, deliziosi da bere nel 2013.  E’ troppo presto per commentare le riserve, ma è un’annata di cui non ci si aspetta possi eccellere. Ci sarà un buon mix. 

VALUTAZIONE: migliore  di quello che il tempo suggeriva. 
BEVIBILITA’: per i vini d’annata 2013-2015 
STELLE PER L’ANNATA: Badia a Coltibuono, Bibbiano, Buodonno, Fattoria la Casaccia, Isole e Olena, San Giusto a Rentennano. 

2009
Bel tempo primaverile e una calda estate con alcune delle temperature più alte degli ultimi 40 anni che ha portato ad una vendemmia anticipata.  I vini sono morbidi e rotondi, con frutti dolci, che possono essere talvolta marmellattosi. Zone più fresche hanno fatto meglio, i vini delle zone più calde nel sud della Docg possono avere tannini più pesanti. I vini di annata sono più leggeri nel carattere. Le riserve, anche se piuttosto in avanti, sono al top. Uno dei fattori positivi di questa annata è di far sentire poco il legno. 

VALUTAZIONE: buona, ma non ottima. 
BEVIBILITA’: per i vini d’annata 2013-2014, per le riserve 2013-2018 
STELLE PER L’ANNATA: Castello di San Sano (Riserva), Poggio al Sole (Riserva), Monterotondo (Riserva), San Giusto a Rentennano (Riserva ); San Michele a Torri (Riserva), Villa Mangiacane  (Riserva ). 

2008
Estate umida seguita da giornate calde e poi da un freddo e umido agosto. La corsa alla vendemmia ha portato a buone condizioni e l’uva era matura e in salute. I vini di annata, con un leggero sentore di legno, erano attraenti, con aromi tipici del Sangiovese, beverini, sebbene un po’ corti.  Stilisticamente, è un’annata più per essere bevuta che per essere conservata. Le riserve sono un misto con tannini rigidi  che potrebbero non assestarsi. E’ quindi un’annata enigmatica, ma comunque da osservare. 

VALUTAZIONE: buona, ma un punto interrogativo sull’invecchiamento. 
BEVIBILITA’: per i vini d’annata 2013-2016, 2013 -2018 per le riserve 
STELLE PER L’ANNATA: Barone Ricasoli, Colledilà, Castellare di Castellina; Riecine, Vecchie Terre di Montefili, Badia di Coltibuono (Riserva), Montebernardi, Sa’etta (Riserva). 

2007
Una primavera anticipata e una prima parte calde dell’estate, sembrava promettere un’anticipazione di vendemmia, ma un freddo e umido agosto e un secco e freddo settembre hanno rallentato le cose. I produttori che hanno raccolto tardi hanno ottenuto buona uve con tannini maturi. I vini di annata sono rotondi e carnosi (grassi), semplici al naso ma molto attraenti ora. Le riserve sono solide e consistenti, buone medio lunghe prospettive di invecchiamento, anche se forse basse in acidità. 

VALUTAZIONE: un po’ sopravvalutata ma affidabile. 
BEVIBILITA’: per i vini d’annata 2013-2016, 2013 -2017 per le riserve 
STELLE PER L’ANNATA: Isole e Olena, Poggerino,  Rocca di Montegrossi, Borgo Scopeto, Vigna Misciano  (Riserva); Caparsa, Doccio a Matteo (Riserva ), Molino di Grace (Riserva). 

2006
Un anno difficile per i produttori, con primavera in ritardo e una instabile estate salvata da un lungo periodo di caldo secco  in settembre e ottobre. I vini sono potenti con molto alcool, estratto e acidità. Hanno presa, profondità e intensità, ma qualche volta del verde che non andrà via con l’affinamento in bottiglia. I vini di annata hanno quindi molta energia, meno equilibrio. Le riserve  ricadono in quella categoria in cui bisogna aspettare, per vedere. 

VALUTAZIONE: se n'è parlato come buona nonostante i vini siano sopravvalutati .   
BEVIBILITA’: per i vini d’annata 2013-2016, 2013 -2020 per le riserve 
STELLE PER L’ANNATA: Quercaibella,  Rocca di Montegrossi, La porta di Vertine ( Riserva), Podere Carpaccia (Riserva), Querceto, il Picchio (Riserva), Setriolo (Riserva).

2005
L’annata sembrava buona  finché una tarda estate e un piovoso settembre ha portato ad una maturazione irregolare e a una rigorosa selezione  dei vigneti. Nel complesso, i vini non hanno grande struttura, ma c’è molto aroma, freschezza e frutta rossa.  I vini d’annata sono fatti per essere bevuti, le riserve stanno rivelando una inaspettata capacità di resistenza. Un’annata con un buono stile, con tannini fini e complessità. 

VALUTAZIONE: probabilmente sottovalutata, ma vale la pena darci un’occhiata . 
BEVIBILITA’: per i vini d’annata 2013-2014, 2013 -2018 per le riserve 
STELLE PER L’ANNATA: Casa del Vento; Caparsa, Doccio a Matteo (Riserva), Casina di Cornia, Vigna La Casina (Riserva), Castello di Monterinaldi  (Riserva), Fattoria di Montecchio (Riserva), Rocca di Castagnoli Poggio a’Frati (Riserva). 

2004
L’anno migliore prima di due vendemmie successive ostili. Quasi perfette condizioni di crescita in primavera e in estate e un raccolto ad ottobre che portanto antiche reminescenze quando la vendemmia non iniziava prima della seconda settimana del mese. E’ stata un’annata abbondante e i produttori che non hanno portato al massimo la resa avrebbe potuto fare vini leggermente più leggeri, ma non c’è dubbio cche questa è l’annata migliore della decade. I vini top d’annata sono ancora in piena vita, con deliziosi frutti , raffinati tannini e una secca e succosa acidità. Le Riserve sono dello stesso stampo, con qualcosa in piú al palato. Ora sono pronti, ma i migliori  affineranno un bel po’ più a lungo. Aristocratici. 

VALUTAZIONE: giustificatamente alta. 
BEVIBILITA’: per i vini d’annata 2013-2015, 2013 -2020 per le riserve 
STELLE PER L’ANNATA: Castell’in Villa; Vecchie Terre di Montefili, Castello di Querceto, Il Picchio (Riserva ), Castello di Verrazzano  (Riserva), Felsina, Rancia (Riserva), Monsanto, Il Poggio (Riserva); Monteraponi, Il Campiello (Riserva). 

2003
In questa annata con una ondata di calore fuori dal comune, con frutti super maturi, bassa acidità e tannini molto secchi, in una degustazione alla cieca, sarebbe difficile riconoscere un Chianti Classico. I vini di annata, con una minore estrazione, sono più accessibili rispetto alle riserve che potrebbero risultare robuste e piatte e un po’ ossidate. 

VALUTAZIONE: problematica. 
BEVIBILITA’: un’annata da non osservare . Se qualcuno ce l'ha da bere 
MEGLIO DELL’ANNATA: Caparsa, Doccio a Matteo (Riserva); Castello di Verrazzano (Riserva ); Castello di Vicchiomaggio, La Prima (Riserva); Nittardi (Riserva ); San Fabiano in Calcinaia, Cellole (Riseeva ). 

2002
Un virtuale fallimento (disastro). La più umida vendemmia della memoria. Alcuni vini di annata sono stati fatti per essere bevuti velocemente, e non ci sono riserve. 

VALUTAZIONE:  da stendere un velo. 
BEVIBILITA’: ormai passata 


2001
Questa è stata un’annata con un raccolto ritardato, basso in quantità ma positivo in qualità. I vini sono concentrati, con frutti maturi e tannini, ferma acidità. I vini di annata dei bravi produttori sono ancora molto bevibili. Per le riserve, le premesse erano per una grande vendemmia, ma degustandole ora, c’è un certo disappunto. Molti vini sembrano troppo legnosi e chiusi, ancora vigorosi ma molto rigidi. Avendo detto ciò, quando l’uso del legno è stato leggero, i risultati possono essere spettacolari ( La riserva Castelli in Villa è uno dei vini più grandi della decade). 

VALUTAZIONE:  alta, ma non sempre all’altezza. 
BEVIBILITA’: per i vini d’annata 2013-2015, 2013 -2021  per le riserve 
STELLE PER L’ANNATA:  Castello di Bossi, Vecchie Terre di Montefili,, Castell’in Villa (Riserva)  Felsina Rancia (Riserva) . 

2000
Un raccolto di piccoli acini da un anno molto caldo e secco, i vini sono leggeri e rotondi, e piuttosto alcolici. I vini di annata hanno generalmente passato il loro momento migliore, le riserve non hanno molta strada da fare, ma sono piacevoli ora. Sentori di frutta cotta, bassa acidità, ma non molta eleganza. 

VALUTAZIONE:  difficile da crescere, qualità mediocre, da sostenere. 
BEVIBILITA’: per i vini d’annata  e per le riserve 2013- 2016   
IL MEGLIO DELL’ANNATA:   Isole e Olena, Casina di Cornia  ( Riserva), Castello di Bossi, Berardo(Riserva), Felsina Rancia (Riserva) . 


I vini degli anni '90 sono difficili da trovare, ma quello che si trova offre un'intrigante istantanea delle vendemmie. Il 1999 con un tempo ideale per la coltivazione, caldo ma non eccessivo con le piogge nei periodi giusti, la vendemmia ha prodotto vini con una combinazione di freschezza e corpo, che sono ancora gradevoli. Panzanello, Caparsa- Doccio a Matteo, Il Poggio di Monsanato e la riserva Rancia di Felsina sono esempi di splendidi Chianti Classico. Il 1998 è stato molto attraente, vini leggeri e profumati, ma a paragone di quelli del 1999, mancano in struttura e iniziano a cedere. La Riserva di Querciabella da un’idea della melliflua qualità della vendemmia. 

Il 1997 fu un preludio al caldo atipico del 2000 e del 2003. Simile nel profilo a quelli del 2006, i vini impressionavano per la potenza, ma raramente sembrava raggiungessero il giusto equilibrio che mancava all’inizio. Sono robusti con tannini duri con note scomode di te verde. Picco del gruppo: Isole e Olena, Villa Cafaggio e Rancia Riserva di Felsina . 

C.d.G.