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Vini e territori

Il Cerasuolo di Vittoria raccontato dal New York Times

17 Agosto 2016
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Eric Asimov continua ad esplorare la Sicilia enologica. E dopo l'Etna, dedica un ampio reportage all'unica Docg siciliana

Ad Eric Asimov la Sicilia del vino deve piacere proprio tanto. Dopo il reportage dedicato all’Etna (leggi qui), il New York Times racconta l’unica Docg siciliana, quella del Cerasuolo di Vittoria.

“Dove – racconta Asimov – i vini rossi possono essere eleganti, freschi e austeri. Ma anche splendidamente minerali, intriganti e profumati”.  Per Asimov questa zona della Sicilia può toglierti il fiato per le bellezze che cela.
Eppure, se si ha il respiro in attesa di una discussione di vini siciliani per andare in giro a quelli di Vittoria, si può finire senza fiato. E se i vini dell’Etna attraggono molti americani, questi della zona di Vittoria vivono all’ombra del Vulcano, “ma – dice Arianna Occhipinti – qui non siamo sotto i riflettori perché questa zona non è attraente come quella dell’Etna”.

Vittoria, infatti, è una zona relativamente pianeggiante. Ma qui le regole dell’agricoltura sono diverse rispetto ad altre di tante regioni del vino moderno. Così, tra i vigneti, si possono trovare anche arance e pomodori. Poi Asimov continua: “Ma ciò che risalta qui è la quantità di spazzatura sparsa nelle varie zone”. Un’accusa che non fa di certo bene al turismo. “Il sud-est è una delle parti più povere della Sicilia – continua Asimov nel suo reportage -. Il vino è uno dei pochi campi che offre possibilità di speranza, di orgoglio e di prosperità. Produttori leader come Occhipinti, Cos e Valle dell'Acate sono significative storie di successo. Il vino può pagare molto di più rispetto ad altri tipi di agricoltura, ma i rischi possono essere elevati”.
Poi il New Yprk Times racconta queste storie di successo parlando con i protagonisti, assaggiando le uve di frappato e nero d’avola, ripercorrendo la storia di questa zona enologica. Mescolando sapientemente queste uve nasce il Cerasuolo, “un vino di grande freschezza e concentrazione ingannevole e la struttura, spesso con note di fiori e scorze di agrumi”.

“La gente pensa erroneamente che il sole e il calore ti danno lo zucchero – dice Arianna Occhipinti -, ma è il terreno, se è fertile”. Qui, però, si è fatta una scelta decisiva: basse rese.
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C.d.G.