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Vini e territori

Il Lessini Durello che non ti aspetti: tra vigneti, assaggi, musei e vini unici

23 Novembre 2017
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Abbiamo partecipato ad un interessante press tour che ci ha fatto approfondire le conoscenze del consorzio Lessini Durello

di Federico Latteri, Verona

Interessante, originale e promettente. E’ il Lessini Durello, lo spumante prodotto nell’area collinare situata tra le provincie di Verona e Vicenza. 

L’edizione 2017 di Durello and Friends, rassegna organizzata dal Consorzio Tutela Vino Lessini Durello, ci ha dato la possibilità di compiere una full immersion di tre giorni per conoscere a fondo la realtà di questo vino in tutti i suoi vari aspetti. Si tratta di qualcosa dalle caratteristiche inconfondibili per diversi motivi. Primo fra tutti il territorio con il suo clima, il particolare suolo, la tipica geomorfologia e la sua varietà autoctona di uva, la Durella, coltivata solo in questi luoghi e utilizzata quasi esclusivamente per la produzione di bollicine. La Doc Lessini Durello si estende su sette comuni della provincia di Verona e venti della provincia di Vicenza nella porzione collinare dei Monti Lessini orientali. Si tratta di una zona con vallate disposte a ventaglio che scendono verso sud, caratterizzata da un clima temperato fresco con estati che possono essere calde e inverni rigidi. La temperatura media annua è compresa tra 13 e 14 gradi e la piovosità è intorno ai 1.063 millimetri.


(Basalti colonnari a San Giovanni Ilarione)

Il terreno è di natura vulcanica, ricco di basalti, tuttavia nella porzione più orientale della denominazione che fa parte del versante vicentino si trovano quantità maggiori di calcare. Un altro aspetto importante è rappresentato dalla grandissima presenza di fossili nel sottosuolo. Siamo rimasti impressionati dalla quantità e dalla varietà di reperti presenti nel museo di Bolca, una collezione davvero unica al mondo. La Val d’Alpone si è candidata ad essere inserita tra i siti Unesco poiché i suoi giacimenti fossili costituiscono una testimonianza unica e straordinaria di periodi fondamentali dell’evoluzione della terra.


(Museo dei fossili di Bolca)

I vigneti si trovano sulle colline fino ad altitudini  di circa seicento metri sul livello del mare. Non ci sono mai grandissime estensioni di superfici vitate, ma aree medio-piccole situate in mezzo a boschi, prati e vegetazione di vario genere. Ciò contribuisce in modo determinante al mantenimento della biodiversità, elemento fondamentale di un ambiente naturale che fa sì che le viti crescano nel migliore dei modi per poi dare una materia prima di grande qualità dalla quale si otterranno prodotti che rispecchiano fedelmente il terroir. E’ stata fatta anche una ricerca sulla zonazione viticola attraverso la quale sono stati individuate quindici sottozone all’interno della Doc, i cru del Durello.


(Vigneti di Durella)

La viticoltura in queste terre ha una storia che inizia diversi secoli fa con gli antichi Romani. Non si hanno notizie precise, ma Plinio il Vecchio cita nel De Agricoltura un’uva denominata Duràcinus, cioè dalla buccia dura. In documenti locali risalenti al 1292 si parla della Duràsena, varietà da cui deriva la Durella, poi, nel 1377 un editto della Repubblica di Venezia prescrive di imbarcare sulle navi destinate ai lunghi viaggi un vino proveniente dalla Lessinia. Dunque un passato che rafforza ancor di più l’identità. La Durella è un vitigno a bacca bianca che si caratterizza per la durezza della buccia, la ricchezza di polifenoli e la spiccata acidità che la rende adatta alla produzione di spumanti e conferisce longevità ai vini. Secondo il disciplinare deve essere presente in una quota di almeno l’85 %, per la rimanente parte possono essere usate altre varietà come Garganega, Pinot Bianco, Chardonnay e Pinot Nero.


(Vini in degustazione per Durello and friends)

Abbiamo degustato molti spumanti fatti con il 100 % di Durella e secondo noi il suo utilizzo in purezza dà risultati migliori, fornendo un profilo fortemente identitario. Potrebbe essere interessante in futuro modificare il disciplinare in tal senso. Per la spumantizzazione vengono usati sia il Metodo Martinotti che il Metodo Classico. In quest’ultimo caso la permanenza sui lieviti è di almeno 36 mesi, ma buona parte delle aziende produce spumanti con 60 mesi o più di affinamento. Il Durello ha una grande freschezza, profumi tipici e inconfondibili, così come i sapori e soprattutto una mineralità spiccata con due diverse componenti, quella marina e quella vulcanica. Tali caratteristiche sono ben evidenti nei Metodo Classico, inoltre gli spumanti con affinamenti di almeno 60 mesi mostrano eleganza, complessità e profondità maggiori. I vini prodotti con la rifermentazione in autoclave sono di buon livello, piacevoli e immediati, ma riescono ad esprimere solo in parte le potenzialità dell’uva e del territorio. (continua…)