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Vini e territori

Il Nero d’Avola buono e moderno di Cusumano: Disueri Tenuta San Giacomo 2019

15 Gennaio 2021

La parola tenuta ha almeno quattro significati e una miriade di accezioni.

Qui a noi interessa questa definizione: “Vasto possedimento rurale, comprendente più poderi e anche prati e boschi”. Se fossimo alla Treccani suggeriremmo…”comprendente anche vigneti e uliveti“.. Perché la parola tenuta è entrata in pieno diritto nel lessico dei produttori di vino e di olio e delle rispettive cantine e aziende. La tenuta per un produttore di vino oggi identifica il suo lavoro, il rapporto col territorio sempre più verticalizzato a cercare identità e qualità zolla per zolla di terreno. È la lezione insuperata dei francesi. Ma è anche il lavoro che in modo incessante stanno facendo Diego e Alberto Cusumano, imprenditori e produttori creativi di vino in tutta la Sicilia (sull’Etna è Alta Mora) sostenuti da un solido know how. Oggi la parola tenuta, su cui ritorneremo, fa parte del loro vocabolario.

Un esempio ne è il Sicilia Doc Nero d’Avola Disueri Tenuta San Giacomo 2019, un Nero d’Avola semplice. Ma solo in apparenza… E’ fatto con uve provenienti dal territorio di Butera in provincia di Caltanissetta, dove si trova, per l’appunto, la tenuta San Giacomo. Ci troviamo a circa 400 metri sul livello del mare in un’area collinare caratterizzata da terreni bianchi di natura calcarea e da un clima caldo e soleggiato che si giova dell’azione rinfrescante della brezza proveniente dal vicino mare. Un posto che presenta una forte identità e che viene considerato uno dei terroir d’elezione per la coltivazione del Nero d’Avola. Il Disueri affina in acciaio sulle fecce nobili per almeno 5 mesi e poi in bottiglia per un breve periodo. Il colore, un rosso porpora intenso, ci mostra subito il suo carattere giovanile e spontaneo, mentre il naso ci comincia a svelare il legame con il luogo di provenienza: profumi di frutta fresca con prugna e amarena in evidenza sono arricchiti da un tocco di cappero e da una piacevole nota marina. Il sorso è fresco, di corpo medio-pieno e giusta consistenza gustativa, ma soprattutto dotato di slancio e mineralità particolarmente evidente nel finale, dove c’è anche il ritorno delle note fruttate. Non ha la complessità e la potenza del fratello maggiore Sàgana, ma è, al suo pari, un “vino di tenuta” che si identifica con un luogo preciso, risultando diverso da tanti altri. Un rosso siciliano buono e moderno.

Ah, a proposito di tenuta. L’etimologia della parola è ampia e complessa. Deriva dal verbo tenere e dal latino teneo. Ha radici lontane che si perdono nella notte dei tempi. E tra i sinonimi, estensivamente, possiamo correlare la parola con i verbi proteggere, custodire. Ecco, l’idea che il vino che nasce da una tenuta significhi anche custodire e proteggere un territorio e le sue vocazioni ci piace molto. In enoteca a circa 12 euro.

C.d.G.