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Vini e territori

La viticoltura eroica per Montecappone: tra pendenze estreme e Verdicchi d’annata

22 Luglio 2020
Gianluca_Mirizzi_e_le_pendenze_dei_terreni Gianluca_Mirizzi_e_le_pendenze_dei_terreni

di Marco Sciarrini

Parlare dell’Azienda Montecappone e dei suoi pluripremiati vini è sempre un piacere.

Ma farlo dopo l’ulteriore riconoscimento che gli è stato conferito e cioè quello di essere inserita dal Cervim tra le Cantine con “viticoltura eroica” diventa una responsabilità. L’azienda della famiglia Mirizzi insiste su colline del comune di Monte Roberto che vanno da un dislivello dal 30 al 45% le cui vigne certificate Bio dalla sua nascita nel 2015 si sviluppano per cinque ettari. Notizia da rimarcare anche perché è il primo vigneto nelle Marche e nell’area del Verdicchio dei Castelli di Jesi ad ottenere questo riconoscimento. I due riconoscimenti usciranno in etichetta, Bio insieme a quello del Cervim, entrambi a partire dalla vendemmia 2020. La proprietà è collocata sulla riva del fiume Esino, ad un’altitudine di 300 metri sul livello delmare su un suolo composto da formazioni marnose arenacee del Miocene, cosiddetto Membro delle arenarie di Borello. I terreni di questa zona, derivano dal riempimento del bacino marino lì presente in ere geologiche antiche, da parte di sedimenti appenninici, infatti appaiono alla vista di colore giallo e di consistenza sabbiosa. Le esposizioni vanno da est ad ovest. Una parte dei vigneti ha quindici anni di età e gli altri ettari sono stati ripiantati utilizzando antichi cloni, prelevate sui vigenti bio dei produttori storici del sud delle Marche, al fine di garantire qualità eccellenti di tutti i vini prodotti. Dei cinque ettari vitati 4.5 sono destinati a Verdicchio dei Castelli di Jesi e per il rimanente ad Alicante. Gianluca Mirizzi titolare dell’Azienda Montecappone insieme alla sua famiglia ben rappresenta quelle Pmi italiane che con il loro lavoro alla ricerca della qualità e della sperimentazione possono fregiarsi, insieme ad altri, ad essere un portabandiera dell’eccellenza italiana.

La degustazione ha visto avvicendarsi i seguenti vini:

Millesimè Spumante Doc Metodo Classico 2017
Verdicchio dei Castelli di Jesi sboccatura 2020, sui lieviti per ventiquattro mesi. Il perlage è fine e persistente. Colore giallo paglierino con riflessi oro brillante, al naso sentori di frutta bianca pesca e prugna accompagnati ad un insolito mallo di noce e sentori di ginestra fiorita. Al palato il sorso è pieno si ritrovano i sentori olfattivi che scorrono in un finale lungo sapido e persistente.

Cogito A. Verdicchio dei Castelli di Jesi Dop Classico Superiore 2018
Verdicchio in purezza, terreno di marne arenarie gialle di consistenza sabbiose, allevamento a controspalliera con potatura a guyot, raccolto da una vendemmia tardiva, le uve affinano per cinque mesi sui lieviti in contenitori di cemento che gli conferiscono una grande capacità di invecchiamento. Colore giallo paglierino con riflessi verdi, al naso note floreali ed erbacee di sambuco timo ginestra e biancospino a cui si associano note agrumate e di ananas. Al palato sapidità e freschezza accompagnano le note olfattive di ritorno per un prolungato finale.

Ergo Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2018
Si tratta di un Cru frutto di una accurata selezione delle uve raccolte tardivamente e una parte in appassimento in pianta. Svolge fermentazione in acciaio o cemento per dieci giorni poi un lungo affinamento di dieci mesi, di cui 50% in anfora per un anno e 50% in cemento. Colore giallo verdolino intenso e sfumature giallo, al naso note fruttate di frutta tropicale di pesca prugna e mela verde, con sentori agrumati tornano anche in questo quei sentori forse tipici del territorio come ginestra biancospino. Sal palato una dinamica sapidità si accompagna alla eleganza del sorso, con un finale molto prolungato dove si ritrovano le note di mela e pesca.

Ergo Sum Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Riserva 2016
Vera anteprima di assaggio in quanto verrà messo in commercio a Dicembre 2020. Se il precedente era un cru questo diventa un “Super cru”, selezione accurata delle uve ed in commercio il quinto anno successivo alla vendemmia, a dispetto di quelli che sostengono che i vini bianchi devono essere consumati subito. Anche qui l’affinamento in cemento per un anno e quattro in bottiglia. Colore giallo paglierino con riflessi oro, al naso un ventaglio di note di frutta tropicale che si alterna a note agrumate di bergamotto, salvia e ricordi di menta, presenti anche nuance di ginestra. Al palato il sorso è pieno, la freschezza inusuale per un bianco di cinque anni si alterna ad una sapidità elegante un equilibrio che incanta per un finale che non si vorrebbe mai che finisse.

A.D 1194 Federico II Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2018
Il nome è in onore a Federico II di Svevia che nacque a Jesi nel 1194. Uve vinificate in assenza di ossigeno e fermentazione con lieviti indigeni. E’il vino che prenderà il testimonial dall’altro vino simbolo di questa Azienda, Utopia, che causa l’annata non prolifica, il 2017, Mirizzi ha pensato di non produrlo per rispetto dei tanti consumatori abituati alla qualità di questo prodotto. Sosta dieci mesi sui propri lieviti prima di essere imbottigliato. Al naso note mediterranee di alloro, camomilla e anice, ma anche fruttate al palato freschezza e sapidità richiamano il sorso con un finale ammandorlato.

Utopia Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Docg 2016
Il vigneto si trova in prossimità del fiume Esino, su un suolo sabbioso e ben drenato. Allevamento a controspalliera con potatura a guyot. Vinificazione in vasche di acciaio a temperatura controllata con permanenza sulle fecce nobili per nove mesi. La maturazione avviene dodici mesi in vasche di cemento e sei mesi in bottiglia. Colore giallo paglierino intenso e brillante, al naso si apre una porta sulle colline marchigiane con i sentori di tiglio, camomilla e di ginestra, e con alcuni sentori agrumati e salmastri, al palato l’impronta iodata marina avvolge in un armonico equilibrio che rende riconoscibilissimo Utopia anche gustandolo alla cieca. Il finale prolungato è accompagnato dai sentori fruttati.