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Vini e territori

Leone De Castris, la storia e i tanti progetti. “Avanti tutta su Donna Coletta e Five Roses”

25 Luglio 2022
Piernicola Leone De Castris con il figlio Piernicola Leone De Castris con il figlio

Una realtà in continuo movimento. Che guarda a un passato prestigioso e lavora per un futuro ricco di progetti. Nel mezzo, il presente, giustamente frenetico, perché è così che deve andare.

È la premessa per raccontare una cantina pugliese di riferimento assoluto come la Leone De Castris, oltre 350 anni di storia che si intrecciano con questa Puglia assolata e stretta tra due mari, pianeggiante, ventosa e fertile. Se è vero che la geografia fa gli uomini, noi ricordiamo che la geografia fa anche i vini. E qui non poteva andare diversamente. Alla vocazione del territorio questa cantina storica ci ha messo del suo. E quindi la felice intuizione del rosato, quel Five Roses che è più di una icona. Parliamo di tutto questo e di altro con Piernicola Leone De Castris oggi al timone dell’azienda di Salice Salentino.

Come sta la Puglia del vino?
“Certamente negli ultimi anni la situazione relativa ai vini pugliesi è notevolmente migliorata, sia in termini di immagine che di richiesta. In particolare modo per il Primitivo e il Susumaniello. Credo, in ogni caso, che si debba lavorare ancora molto sull’immagine perché molti pensano che i prodotti pugliesi debbano costare meno di quelli di regioni da più tempo conosciute. E tutto questo è un limite che va superato”.

Il turismo negli ultimi anni è cresciuto parecchio. La Puglia è una meta gettonata. Tutto questo è un ulteriore volano per voi?
“Il turismo è molto cresciuto negli anni e questo rende i vini pugliesi più conosciuti e richiesti quando si torna a casa. Credo che però ancora molto si possa fare per potenziare il Turismo del Vino. Siamo solo agli inizi e le potenzialità sono grandi”.

(La facciata della cantina)

Le Doc del vostro territorio. A che punto siamo?
“Noi siamo presenti con tipologie di vini Doc Salice Salentino, Primitivo di Manduria e Gioia del Colle Primitivo. Per quanto riguarda la Doc Salice Salentino siamo stati pionieri. Produciamo Salice dal 1954 e in gran parte grazie a noi nei primi anni 70 è nata la Doc. Molto possono fare i Consorzi di Tutela; alcuni sono dinamici, altri meno. Personalmente sono stato il primo presidente del Consorzio del Salice Salentino, dal 2002 al 2009. Auspico un sempre più forte impegno sul Negroamaro, storico vitigno salentino molto importante e versatile”.

Ricordiamo qualche primato della Leone de Castris?
“È la cantina più antica della Puglia. E ha molti primati: primi in Italia a imbottigliare un vino rosato, primi ad aver spumantizzato in Puglia vini con Metodo Martinotti ottenuti da vitigni autoctoni, primi in Italia con Metodo Classico da uve Negroamaro. L’azienda agricola si sviluppa su circa 300 ettari, dei quali 200 coltivati a vigneto. I terreni gestiti sono nelle province di Lecce, Brindisi, Bari e Taranto. Oltre al vino si producono grano, olive e si alleva bestiame. In un anno si vendono circa 2.000.000-2.500.000 bottiglie. Circa il 50 per cento in Italia e il resto all’estero. Altre società della famiglia si occupano di turismo e immobiliare”.

(Bottaia)

Poi c’è il fenomeno Five Roses…
“Il Five Roses è stato il primo rosato ad essere stato imbottigliato in Italia con la vendemmia 1943. È stato e rimane uno dei principali simboli della nostra realtà. Credo abbia premiato l’impegno legato a una produzione che non ha mai cercato scorciatoie e ha cercato sempre di fare il massimo, l’eccellenza. Con la vendemmia 2022 raggiungeremo l’ottantesima vendemmia. Nel tempo, al Five Roses classico si sono aggiunti la versione Anniversario con la vendemmia 1993 e i due Metodi Classici Five Roses e Five Roses Anniversario”.

E oltre al Five Roses?
“I prodotti sui quali puntiamo maggiormente, oltre gli storici Five Roses , 50 Vendemmia e Donna Lisa, sono i primitivi Villa Santera rossi e rosato, Colpo di Zappa, Saliscendi e i già citati Metodi Classici. Oltre ai Susumanielli Per Lui, Illemos e Surò, un rosato presentato allo scorso Vinitaly“.

(Una storica bottiglia del Five Roses)

L’enoturismo è sempre più importante…
“Nel 2009 abbiamo creato il Museo del Vino Piero e Salvatore Leone de Castris, nel 2014 il primo Five Roses 1943 Wine Bar a Salice Salentino, il secondo a Lecce nel 2019. Nel 2017 è stato aperto l’adiacente Wine Hotel Leone de Castris-Villa Donna Lisa. E naturalmente aderiamo al Movimento Turismo del Vino dalla sua fondazione. Tutto questo per noi è fondamentale. E riteniamo che si possa fare ancora di più ma ormai per noi da anni il concetto di vino è strettamente legato al concetto di ospitalità, non si può prescindere”.

Progetti futuri?
“Tra i progetti ai quali stiamo lavorando cito il potenziamento della base viticola presso la nostra masseria Donna Coletta a Noci, in provincia di Bari dove stiamo già producendo i già citati Gioia del Colle Primitivo Doc Colpo di Zappa e Saliscendi e il rosato Primitivo Marisa. Lì è prevista la costruzione della cantina e di un resort. Un altro progetto da ricordare, partito quest’anno e che si concluderà nel 2023, è il restyling delle etichette e del marchio. Nel 2023 vi saranno poi gli eventi nazionali ed internazionali per le 80 vendemmie del Five Roses”.