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Vini e territori

Tra assaggi, voli in elicottero e masterclass, la nostra “Asti & Moscato d’Asti experience”/2

19 Dicembre 2019
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di Federico Latteri

Riprendiamo il nostro viaggio all'Asti & Moscato d'Asti experience che avevamo cominciato ieri (leggi questo articolo>).

Abbiamo degustato l'annata 2019 di Moscato d'Asti, il primo vino che è possibile assaggiare in Italia dopo la vendemmia, diverse tipologie di Asti Spumante e qualche millesimo meno recente che ci ha sorpreso non poco, proiettando questa denominazione in una dimensione nuova ancora tutta da scoprire. Nel 2019 l'andamento climatico è stato più regolare rispetto al 2018, annata umida e piovosa. Grazie a questo i vini mostrano equilibrio, buona struttura, complessità e residui zuccherini che in alcuni casi sono leggermente superiori alla media.  

Di seguito i vini che ci sono piaciuti di più con alcune note:

Bussi Piero

Moscato d'Asti Docg 2019: è fine all'olfatto con profumi di pesca bianca, mela, una nota vegetale e un cenno floreale. Il sorso è fresco, snello, piacevolmente dolce e discretamente lungo.

Cantina Alice Bel Colle

Moscato d'Asti Docg Paiè 2018: il vigneto si trova in una piccola vallata vicino ad Acqui Terme con un microclima tendenzialmente caldo. Una parte delle uve, circa il 10 per cento, viene appassita. E' un prodotto particolare che si distingue per la persistenza e l'ottima acidità che riesce a bilanciare bene il notevole residuo zuccherino (150 grammi per litro).

Caudrina

L'Asti Docg La Selvatica conferma la qualità riscontrata negli ultimi anni, fornendo una delle migliori interpretazioni di spumante da uve Moscato. Equilibrio e sobrietà prima di tutto con la carica aromatica e la dolcezza che entrano a far parte di un insieme armonico in cui freschezza e precisione nella successione delle sensazioni favoriscono piacevolezza e bevibilità.  

Cerrino
Moscato d'Asti Docg 2019: è ottenuto da uve di vigne situate a 500 metri sul livello del mare. E' floreale, vegetale, molto fresco, più verticale della media con l'acidità che quasi prevale sul residuo zuccherino. E' adatto ad abbinamenti con la cucina di mare, gamberi in particolare.  

Cuvage

Asti Docg Acquesi: è delicato al naso, dove sono evidenti note di pesca bianca. Al palato è dolce e rinfrescante con un gusto intenso dominato dal frutto e una buona lunghezza. Davvero ben fatto. Asti Docg Metodo Classico Cuvage 2014: resta sui lieviti per 24 mesi. E' fine, aromatico e variegato con frutta candita, scorzette di agrumi e acqua di rose. Il sorso è dolce (circa 100 grammi per litro di residuo zuccherino), equilibrato e persistente.

Fontanafredda

Moscato d'Asti Docg Moncucco 2018: è fatto con uve provenienti da vigneti di Santo Stefano Belbo. E' accattivante al naso con sentori di fiori bianchi, nette note fruttate e petali di rosa. In bocca è fresco, piacevole e giustamente dolce, senza mai diventare stucchevole. Asti Docg Vintage 2018: buona acidità, frutta gialla matura e dolcezza ben bilanciata rendono il sorso articolato e facilmente bevibile.

Marenco

Moscato d'Asti Docg Scrapona 2016: le uve provengono dall'omonimo vigneto di Strevi, caratterizzato da una pendenza superiore al 30 per cento e piantato su un terreno ricco di marne calcaree. E' pulito e composito all'olfatto con fini sentori di scorzetta d'arancia, mandarino, canditi e acqua di rose. Il sorso è lineare, lungo e dotato di un'ottima intensità gustativa. Carezzevole la leggera effervescenza. Davvero buono.  

Matteo Soria

Asti Docg Extra Dry Bric Prima Bella: è uno spumante che si avvicina più all'Asti secco, inoltre, grazie agli 11 grammi per litro di zucchero, riesce ad avere una buona morbidezza. E' floreale e leggermente vegetale al naso. Al palato è armonico con un finale abbastanza lungo su note di frutta a polpa bianca.

Mongioia

Interessantissima la degustazione dei vini di Mongioia, azienda che raggiunge livelli qualitativi molto elevati con etichette di spiccata personalità che, partendo dall'ultima vendemmia, ci portano indietro nel tempo fino a 20 anni fa. Il Moscato d'Asti Docg Canelli Moscata 2019, vino affinato in anfora, presenta nitidi profumi di frutta a polpa gialla, bacche di vaniglia e fiori. Il sorso è intenso nella componente fruttata, ma anche fresco, lungo e dotato di un'ottima progressione. Il Moscato d'Asti Docg La Stella dei Viticoltori L'Astralis 2017 ha un naso fine fatto di note agrumate, frutta candita e netti sentori di fiori gialli. Al palato è equilibrato e molto persistente con un gusto che ricorda i sapori cremosi della pasticceria. Intrigante il Moscato d'Asti Docg Crivella 2003 con marzapane, zucchero caramellato, dattero, tè, ricchezza di sapori, morbidezza ed una leggerissima effervescenza ancora presente. Per quanto riguarda il Moscato d'Asti Docg 1999, etichetta prodotta in edizione molto limitata e immessa sul mercato dopo 20 anni di affinamento, ci sembra persino superfluo parlare di note di degustazione. E' semplicemente un'esperienza unica che ci fa capire le potenzialità del Moscato Bianco.

Terrabianca

Moscato d'Asti Docg Canelli Vignot 2019: offre un naso elegante, prevalentemente vegetale, nel quale cominciano ad emergere note floreali e fruttate. Al palato è fresco con un gusto lineare. Ha bisogno di un po' di tempo per esprimersi al meglio, ma promette bene. Abbiamo assaggiato anche il 2012, un vino intenso con profumi di agrumi e frutta candita, seguiti da un sorso pieno, rotondo e equilibrato.   

(fine)