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Vinitaly 2018

Doc Bolgheri e Aoc Pessac-Léognan, degustazione “da amici” al Vinitaly

16 Aprile 2018
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Cosa accomuna le denominazioni Doc Bolgheri e Aoc Pessac-Léognan? L’argomento è stato affrontato nel corso del grand tasting organizzato da Vinitaly.  

Si pensa ai vitigni, alla vicinanza alla costa, al clima temperato. Il legame è da ricercare innanzitutto nell’amicizia che lega i viticoltori e le città. Nel 2011 è stato siglato il gemellaggio tra Castagneto Carducci e Pessac-Léognan. In entrambi i disciplinari le varietà utilizzate sono cabernet-sauvignon, cabernet franc e merlot. Bolgheri ha ottenuto la Doc per i rossi nel 1994; sono 1.300 gli ettari vitati. La produzione è composta per l'85% da rossi, 10% da bianchi e 15% rosé. Il Consorzio rappresenta 45 aziende. Pessac-Léognan ha ottenuto l’Aoc nel 1987; sono 1.800 gli ettari vitati così suddivisi: 80% rossi e 20% bianchi. La degustazione è stata condotta da Raoul Salama, professore di enologia a Parigi (École¨Polytechnique) e Bordeaux alla presenza dei produttori.


In degustazione:

Château Malalartic-Lagravière 2009, owner Jean Bonnie – La 2009 è stata un’annata significativa, a scoppio ritardato. Il clima è stato favorevole senza troppi eccessi, la fioritura omogenea. Il tannino è fine e delicato. Il bland è composto da 45% cabernet, 45% merlot, la restante parte da petit verdot.

Domaine de Chevalier 2009, owner Olivier Bernard – La 2009 è stata un’annata precoce, al limite massimo di maturità. La più calda la 2003, la più tardiva la 2010. Il colore è evoluto. A Bordeaux la maturità è stata accelerata accentuando la densità d’impianto. 

Château Pape Clément 2009, owner Bernard Magrez – E’ una storica azienda,  prende il nome da Papa Clemente V eletto nel 1305. E’ stata proprietà dell’arcivescovado di Bordeaux fino alla rivoluzione francese. Grande attenzione è rivolta alla coltivazione delle vigne e alla tecnologia nei vigneti. Sono oltre 60 gli ettari, circa 55 ha dedicati ai rossi e 18 ha  ai vini bianchi. L’assemblaggio in cantina cambia ogni anno a seconda del tipo di vino che si vuole ottenere. Affinamento lungo in barriques, 18/20 mesi, oltre il 70% sono sempre nuove. Tannino morbido e delicato. E’ un vino di grande ampiezza, l’annata calda si sente.

Grattamacco 2010, owner Claudio Tipa – E stato l’unico servito in magnum. La cantina è stata fondata nel 1970 e rilevata nel 2002. Nel tempo gli ettari sono passati da 10 a 26, si coltiva anche san giovese. La 2010 è stata una annata esemplare.

Ornellaia 2010, presente l'enologo Alex Heinz – La cantina fondata nel 1991 è oggi di proprietà dei Frescobaldi. La 2010 è stata una annata fresca a Bordeaux, tardiva a Bolgheri. La vendemmia si è conclusa a metà ottobre. La selezione del merlot in Ornellaia è molto importante,  gioca quasi alla pari con il cabernet sauvignon. E’ stata una annata atipica, caratterizzata da un maggiore utilizzo del merlot.

Guado al Tasso 2010, owner Piero Antinori – La 2010 è stata una annata difficile. Inverno e primavera piovose e la  vendemmia ritardata. Il vino è composto per il 60% da cabernet, 40% merlot. Era utilizzato anche il sirah, è stato eliminato per dare maggiore finezza al vino. E’ un’annata atipica.

Annalucia Galeone