Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Vinitaly 2018

Il Lugana Riserva Sergio Zenato e la sfida del tempo: tasting con vini del 1993

18 Aprile 2018
IMG_0074_foto_tarowski IMG_0074_foto_tarowski


(ph Tarowski)

di Francesca Landolina

“Erano i primi anni ’60 quando mio padre Sergio ha creduto e investito nelle straordinarie potenzialità di un vitigno – racconta Nadia Zenato -, rendendolo un grande bianco, oggi conosciuto in tutto il mondo. E il Lugana Riserva Sergio Zenato, l’etichetta a cui mio padre ha voluto appore la propria firma, rappresenta la massima espressione del valore che diamo alla terra, al rispetto dei tempi della natura, al lavoro in vigna e in cantina”.

Un’esclusiva verticale che racconta la storia di come un vitigno autoctono a bacche bianche, il Trebbiano di Lugana, riesca a raggiungere vette straordinarie proprio grazie ad un territorio e ad un microclima unici, quello del lago di Garda, e ad una filosofia di interpretazione molto precisa. La verticale, guidata dall'autorevole sommelier e giornalista Daniela Scrobogna, partendo dall’annata corrente, la 2015, è proseguita con le annate 2012, 2010, 2006 e 2004 fino ad arrivare alla 1993. “La 1993 è stata la prima vendemmia – racconta Alberto Zenato – con cui abbiamo voluto sperimentare la versatilità e longevità del Trebbiano di Lugana e far comprendere come le uve di Lugana in questo territorio così particolare, d’origine morenica, caratterizzato da suoli prevalentemente argillosi e molto ricchi di minerali, potessero dar vita a grandi vini adatti all’affinamento e all’invecchiamento”.


(ph Tarowski)

Daniela Scrobogna ha sottolineato come in questo percorso degustativo sia evidente la lucida visione dell’interpretazione che Sergio Zenato fece di questo territorio e di questo vitigno. “Un percorso che ha messo in luce come questi vini siano figli dell’annata, dell’interpretazione che in cantina ha visto evolvere i singoli vini”. “Perché – come ha ricordato l’enologo Silvano – Sergio ci ha insegnato che i vini si fanno in vigna, lavorando attentamente in campagna per portare un frutto sano in cantina”. A stupire in modo particolare la platea, l’annata 2004, in cui “si sentono in tutta la loro complessità il frutto, il floreale con erbe aromatiche, in una parola, il territorio. Un vero fluoriclasse”, chiosa la Scrobogna. Per arrivare alla 1993, la prima annata di quel Lugana su cui Sergio Zenato ha voluto imprimere la propria firma “e che dimostra la grande lungimiranza di un produttore che intuì la capacità di durare nel tempo – prosegue la Scrobogna.