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Vinitaly 2020

Cinque consorzi di vini pugliesi scrivono a VeronaFiere: “Cancellare il Vinitaly 2020”

16 Marzo 2020
padiglione_puglia_vinitaly padiglione_puglia_vinitaly

 

“Non ci sono le condizioni per il Vinitaly 2020”. Secca e decisa la risposta di cinque consorzi a VeronaFiere su Vinitaly rinviato, per l’emergenza coronavirus dal 14 al 17 giugno. 

A scriverlo sono i presidenti dei consorzi del Primitivo di Manduria doc e docg, Vini dop Salice Salentino, Vini doc Gioia del Colle, vini doc Brindisi e Squinzano, Vini Castel del Monte doc e docg. “In questo periodo di evoluzione dello stato di emergenza, ci rendiamo conto di quanto sia necessario presentare un settore unito con degli obiettivi condivisi. Tra di essi la tutela e il rilancio del Made in Italy in generale, e dell’agroalimentare italiano in particolare, rivestono una posizione di primaria importanza. Questi obiettivi vanno perseguiti con azioni ed eventi che abbiano una precisa strategia – si legge nellanota stampa – La manifestazione fieristica di Vinitaly è sicuramente un evento identitario per il vino italiano e ci pare purtroppo che non ci siano le condizioni necessarie per garantire un evento di livello e qualità e risonanza internazionali, come gli standard di Vinitaly stesso ci hanno abituati”.

Diversi i motivi tra cui, prima di tutto, la sicurezza a livello sanitario; ma ovviamente su ciò veglieranno le competenti istituzioni. “Inoltre, per i nostri produttori e per i nostri consorzi, la partecipazione all’evento veronese rappresenta una decisione d’investimento impegnativa per il budget annuale e non catalizza la necessaria attenzione – continua la nota – Abbiamo, infatti, consultato in via informale i principali buyer internazionali che ci hanno espresso disinteresse per un’edizione estiva di Vinitaly. D’altronde, l’anno commerciale è già in corso, le nuove annate vengono presentate in questi giorni, con invio di campioni e listini. Non appena l’emergenza sarà finita, sarà molto difficile pensare che gli operatori del settore ho.re.ca. italiano possano, dopo mesi di difficoltà legate alla presente emergenza, abbandonare il proprio esercizio ai propri dipendenti per presenziare alla fiera”.

Altra perplessità è che si verifichi una partecipazione irrilevante da parte degli eno-passionati in generale. “Sarebbe utile seguire l’esempio di Düsseldorf Messe con Prowein e riportare l’evento direttamente all’edizione 2021- conclude la nota – Proprio per questi motivi auspichiamo che le Istituzioni preposte alla promozione del vino italiano e l’organizzazione di Veronafiere decidano di rilanciare con una strategia chiara l’immagine del nostro amato prodotto, senza disperdere risorse essenziali in iniziative che presentano i suddetti limiti”.

C.d.G.