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La novità

Alessandro di Camporeale vuole fare “o Mericano”: apre wine bar a Budapest

20 Marzo 2015
mericano mericano

Tu vo’ fa’ l’americano? Cantava una famosa canzone. Alessandro di Camporeale, azienda vitivinicola di Camporeale, nell’alto Belice, in provincia di Palermo, lo ha fatto.

“Mericano” è infatti il nome del winebar che ha aperto da un mese a Budapest.

Tutto è nato per caso, da un’idea tra amici. Il resto lo ha fatto la voglia di promuovere la Sicilia e i suoi vini. E in gran parte l’ostinata volontà di far conoscere agli ungheresi, grandi bevitori, il nettare dei vitigni siciliani. “Ho aperto il locale che è un winebar di giorno e un cocktail bar di sera insieme al mio socio Salvo Sgroi – ci racconta Antonino Alessandro, il produttore –  A Budapest si beve tanto, ma gli ungheresi sono nazionalisti quanto a gusto. Le loro bevute sono ungheresi per il 90 per cento dei casi. E non vanno oltre al Tokaj, molto spesso. Conoscono di certo i vini italiani, ma i più noti. Se parlano di Italia del vino fanno i nomi di Chianti, Barolo e Amarone”.

Da un mese a questa parte però in quel locale, a Budapest,  è arrivata un po’ di Sicilia e l’approccio al vino da parte degli ungheresi sta cambiando. Il vino siciliano, questo ex- sconosciuto, ora viene bevuto. Anzi, c’è di più. Messo da parte il Tokaj, i clienti richiedono sempre più spesso Grillo, Catarratto, Nero d’Avola . E molti di loro riconoscono ormai le etichette di Alessandro di Camporeale. Si stanno appassionando al fascino della Sicilia insomma.


(Salvo Sgroi e Nino Alessandro)

Antonino Alessandro, di certo, non intende fermarsi alla vendita dei vini, che sta comunque crescendo in quel paese, ma insieme al socio organizza serate degustative che hanno lo scopo di raccontare la sua terra e i suoi vini. “Ogni giorno che passa scopro, sempre più, che i vini siciliani piacciono. Basta farli conoscere. Il feedback ungherese è positivo. E noi facciamo vera cultura del vino grazie anche a sommelier che sono vissuti per anni in Sicilia e che non si limitano a versare la bevanda. Per il resto, qui riconoscono la qualità. Sono abituati a bere. Adesso si deve lavorare per colmare un gap di conoscenza sui vini siciliani. E sapete una cosa? Si stanno innamorando dei nostri vini, che apprezzano in quanto strutturati e profumati”.

Mentre la nuova avventura di Alessandro di Camporeale a Budapest va avanti, l’azienda, che oggi produce 200 mila bottiglie vendute per metà in Italia e per metà all’estero, si prepara al suo Vinitaly 2015.

“Sono di ritorno da due fiere, una in Giappone e l’altra in Germania; anche quest’anno non si manca al Vinitaly e ci saremo. Ma vorrei che la fiera italiana del vino cambiasse per il futuro. Vorrei insomma che divenisse più professionale e dedicata agli addetti del settore per favorire realmente le opportunità commerciali così come accade al Prowein. Il Vinitaly accoglie pubblico di appassionati e questo serve per fare cultura del bere, ma spesso la confusione che si genera tra i padiglioni non aiuta a lavorare bene. Resta comunque imperdibile la tappa italiana per tutti noi, perché serve ad incontrare importatori, ad assaggiare le nuove annate. La sola cosa che mi auguro è il Vinitaly possa incrementare il suo livello professionale. Da ciò deriverà, penso, anche il suo futuro”.

Al Verona, dal 22 al 25 marzo, Alessandro di Camporeale porterà le nuove annate da far degustare. Tra queste Kaid rosso 2012, Syrah in purezza, vino di punta dell’azienda, il DonnaTà, altro rosso Igt Sicilia, frutto di un Nero d’Avola in purezza e il Kaid vendemmia tardiva 2011, rosso brillante con note dolci naturali tipiche di un passito.

Per i bianchi c’è una novità. “Da poco è subentrato mio nipote come nuovo enologo, Benedetto Alessandro. Abbiamo fatto nuovi investimenti tecnologici e con il tocco giovane di Benedetto lavoreremo per bianchi profumati, beverini ed eleganti. Ma ci sarà da attendere ancora un po’ prima di degustarli”. E ad Expo? Naturalmente l’azienda sarà presente. “Penso che indipendentemente dal settore vino, Expo sia un’occasione da non perdere per l’Italia e per la sua ripresa”.

Francesca Landolina