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Vino della settimana

Vino della settimana: Rubesco Riserva DOCG di Lungarotti

23 Marzo 2013
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Sangiovese 70% e Canaiolo 30%.

Se vi chiedete chi possa identificarsi col vino dell'Umbria la risposta esce spontanea: Lungarotti.
Perchè Lungarotti tappa quasi 2.500.000 bottiglie all'anno, perchè ha proposto le più importanti DOC e DOCG della regione, ma sopratutto perchè i suoi vini sono apprezzati in tutto il mondo.
Giorgio Lungarotti si laurea agronomo nel '35 e si occupa dell'azienda agricola familiare a Torgiano, serioso comune medievale in provincia di Perugia.
 
Per nostra fortuna intuisce che sarebbe più appassionante e conveniente dedicarsi prevalentemente alla viticoltura che però rivede in chiave più moderna. Pur rispettando il territorio affianca agli autoctoni qualche internazionale e converte le vecchie vigne da alberello a più moderne spalliere. Ma è con l'attenta cura nel vigneto e col rispetto del vino in cantina che si afferma nel mondo riuscendo a far identificare il vino umbro con Torgiano e Torgiano con Lungarotti. Non si è limitato solamente al vino perchè grazie alla passione e alla competenza della moglie Maria Grazia Marchetti crea il Museo del Vino e il Museo dell'Olivo e dell'Olio, dal 1987 retti dalla Fondazione Lungarotti e realizza il resort 5 stelle Le Tre Vaselle nonché l'agriturismo Poggio alle Vigne. Da tutto ciò si intuisce l'apertura dei Lungarotti verso l'accoglienza e l'ospitalità che si completano con visite guidate, degustazioni nonchè buona cucina presso l'Osteria del Museo.
 
Oggi sono 250 ha di vigneti di cui 20 in biologico a Montefalco dove è stata realizzata una seconda cantina nel rispetto assoluto del paesaggio e dell'ambiente utilizzando energia da fonti rinnovabili.
Tra le etichette i DOCG Torgiano rosso Riserva, Montefalco Sagrantino passito e Sagrantino di Montefalco e i DOC Torgiano e Montefalco e uno spumante brut metodo classico millesimato. Con la scomparsa nel 1999 di Giorgio, a cui i torgianesi, grati, hanno dedicato la via che porta in azienda, quest'ultima è nelle mani delle sorelle Chiara Lungarotti e Teresa Severini mentre la madre Maria Grazia continua ad adoperarsi per i suoi amati musei e per le iniziative culturali.

Noi abbiamo la fortuna di degustare l'elite, un campione: il RUBESCO RISERVA Vigna Monticchio – Torgiano rosso Riserva DOCG 2006, nome lungo per un vino concentrato. Il Sangiovese che ne è maggioranza deriva dal vitigno principe dell'Italia centrale, quello che dà tanti prestigiosi vini e che partecipa a solo o in uvaggio in centinaia di etichette. Chiaramente ne esistono molti cloni ed oggi è desueta la differenziazione tra Grosso e Piccolo e se non abbiamo contato male fa parte, anche esclusiva, di 245 tra DOC e DOCG. Dà vini strutturati, ricchi di tannini, longevi, dal carattere iniziale selvatico che devono essere ammansiti da lunghi affinamenti ed amorevoli cure ma che poi riescono ad esprimersi in modi complessi e affascinanti.
Anche il Canaiolo è indigeno delle regioni centrali e viene spesso usato per dare morbidezza, quasi sempre in blend, partecipando ad un lungo elenco di vini a denominazione d'origine.
 
Il Rubesco Riserva proviene dalla vigna di 12 ha che gli dà il nome, posta a 300m con terreni pedologicamente non omogenei; vendemmia ad ottobre con una resa di soli 60q/ha. In cantina sotto la guida dell'enologo Vincenzo Pepe fermenta in acciaio macerando con le bucce fino a 20 giorni, affina per un anno in botti grandi e piccole e, dopo una lieve filtrazione, per almeno altri 4 anni in bottiglia.

Il colore è rubino intenso quasi granato. Data la lunga conservazione in assenza di ossigeno, appena versato nel bicchiere ti immagini un vino chiuso, magari con qualche odore non proprio piacevole.
Invece inaspettatamente ancora con calice fermo già si presenta affascinante e piacevolmente profumato. Chiaramente dandogli ossigeno, possibilmente avendolo scaraffato in anticipo, sprigiona il meglio di sé con caldi sentori di frutta rossa: amarena, prugna, lampone che vengono carezzevolmente avvolti da note speziate e leggermente balsamiche, da liquirizia, cioccolato, frutta secca con noci in particolare. Perfettamente franco, di assoluto equilibrio, di appagante complessità. In bocca arriva vellutato con tannini già maturi che si abbracciano ad un'acidità appena vivace; di eccellente corpo ed ammirevole struttura è caldo nel palato e denso sulla lingua, fragrante, armonico e con retrogusto lunghissimo dove riemergono la frutta secca e quella rossa. Un grande vino che non vorresti smettere di annusare e di assaporare e di cui la casa prevede un buon invecchiamento per almeno 30 anni se correttamente conservato. Se ne apprezzerete una bottiglia siamo sicuri che non riuscirete ad aspettare tanto tempo per aprire la seconda.
 
Abbinatelo ad una succulenta bistecca alla griglia, a piatti complessi di carne, a verdure grigliate, ad un pecorino di media stagionatura. 50.000 bottiglie a 22 euro, che ci valgono tutti.

Cantine Lungarotti
via Giorgio Lungarotti 2
06089 Torgiano (Pg)
tel. 075 988661
www.lungarotti.it

Recensioni
di Giovanni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino