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Vino della settimana

Vino della settimana: Tufaie, Soave Superiore 2012 di Bolla

05 Ottobre 2013
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DOCG Classico di Garganega e Trebbiano di Soave al 15%.

Bolla è tra i marchi storici italiani che meglio si identifica col vino italiano nel mondo. La prima cantina nasce a Soave nel 1883 ad opera di Abele Bolla e già nel 1909 comincia a vincere medaglie d’oro nei concorsi enologici. Negli anni trenta una seconda cantina in Valpolicella e al Soave, al Valpolicella, al Recioto si unì il Bardolino. I Bolla di vigneti ne possedevano pochi ettari e quindi si rifornivano di uve dai produttori locali che spesso avevano piccoli vigneti. Ancora oggi che gli ettari che conferiscono sono ben 900, un difficile ma necessario lavoro di consulenza e controllo è affidato ad una squadra di tecnici guidati da Giannantonio Marconi.
 
Ma torniamo alla storia e al secondo dopoguerra quando iniziò una sostanziosa esportazione specialmente verso gli USA e la Gran Bretagna e in quel periodo furono i primi a commercializzare l’Amarone. Insomma i vini Bolla assieme al Chianti erano diventati i vini italiani per eccellenza, quelli bevuti dai personaggi più noti dell’epoca. A questi notevoli successi si affiancavano una modernizzazione tecnologica e accordi con grandi distributori. Uno di essi, Brown-Forman, addirittura nel ’71 acquisisce il 40% dell’azienda che nel 2000 diventa il 100%. Come al solito il meglio dell’industria italiana è acquistato dagli stranieri. Per fortuna nel 2006 si introduce il Gruppo Italiano Vini (GIV) che acquista la cantina di Pedemonte e nel 2009 rileva l’intero pacchetto azionario facendo tornare interamente italiano un nome vanto dell’enologia nazionale.

Oggi la Direzione è nelle mani di Christian Scrinzi che tra l’altro ha il coordinamento enologico delle 18 cantine dell’insieme GIV. Un quarantacinquenne trentino che si definisce wine maker, uno che progetta il vino, che iniziando giustamente dalla vigna cerca di ottenere determinati obiettivi. Tutto, dalla vigna alla cantina, segue i principi della difesa integrata e sostenibile, con trattamenti ridotti al minimo e solo se effettivamente necessari. Professionisti esterni come consulenti e convenzioni con Istituti Universitari contribuiscono ad una costante evoluzione. Un totale coinvolgimento dei circa 200 produttori che partecipano ad aggiornamenti formativi e sono seguiti in campo settimanalmente. Inoltre una scuola di potatura insieme a Simonit & Sirch. Tutto per ottenere il meglio, per esaltare la qualità, la piacevolezza e se è il caso anche la longevità. 9,5 milioni di bottiglie che per l’80% vanno all’estero.
 
Degustiamo il top del Soave, il Superiore Classico DOCG Tufaie che dal nome rivela la provenienza da terreni ricchi di tufo. La Garganega è un antico vitigno, base del Soave, quindi il più diffuso nelle province di Verona e Vicenza. Tende a dare grandi produzioni per cui deve essere controllata se si desiderano vini di qualità. Il Trebbiano fu introdotto in Italia quando si cercavano grandi produzioni ed ha molte varianti locali. Pur essendo ancora molto diffuso, tende sempre più ad essere espiantato per uve di maggior pregio.
 
Tufaie nasce nel territorio Classico del Soave Superiore, in comune di Monforte d’Alpone, da vigne in genere più vecchie, le migliori , allevate  ancora con la storica pergola veronese per evitare il soleggiamento dei grappoli. Raccolta a mano scegliendo i grappoli integri e maturi. Dopo la diraspatura una macerazione a freddo per alcune ore e una spremitura soffice. Una sedimentazione a temperature basse separa la materia grossolana, segue la fermentazione a temperature di 12-14° con lieviti selezionati. Il vino permane con le fecce fini mescolate con regolari batonnages. Come da disciplinare, da marzo, dopo una filtrazione con membrana a freddo, l’imbottigliamento con una sosta di 2 mesi. Tutta questa catena del freddo serve a mantenere integri ed intensi i profumi, mentre la struttura è arricchita da un 10% di vino che nell’anno precedente ha fermentato ed affinato in barrique. Il risultato dà un vino longevo, capace di affrontare un buon numero di anni.

Nel calice il colore è paglierino con sfumature che tendono al dorato. Al naso assomiglia ad una bottega di fioraio con un bouquet intenso e ricco dove spiccano la rosa, la viola, il glicine accompagnati da fiori di campo. Aumentando l’ossigeno ecco che arriva la frutta esotica, a polpa bianca, qualche agrume non disdegnando un arricchimento di note minerali. Un olfatto esuberante, ricco, armonico che invita ad affondare il naso per scoprire nuovi profumi. In bocca si presenta come un vino diverso, che non ti aspettavi perchè è denso di sapidità, di mineralità, con un’acidità piacevole e fresca, una struttura imponente e sensazioni alcoliche che vanno ben oltre i suoi 13 gradi. Solo alla fine, nel retrolfatto lunghissimo si risente una poco di frutta e di fiori accompagnati da sensazioni vagamente amarognole che completano l’armonia del palato. Un vino dalla duplice personalità.
 
L’abbiamo abbinato a casarecce saltate con verdure, un lampuga (capone) panato e grigliato, un provolone piccante. Sono 50.000 bottiglie ad un prezzo di 12 euro in enoteca. Economia e buon gusto.

BOLLA spa
via A.Bolla 3- 37029
San Pietro in Cariano (Vr)
tel. 045 6836555
www.bolla.it
www.giv.it

Recensioni
di Gianni Paternò

Rubrica a cura di  Salvo Giusino