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Best in Sicily 2017

Best in Sicily, i nostri primi 10 anni alla scoperta dei migliori ambasciatori siciliani

21 Gennaio 2017
Carretto-siciliano Carretto-siciliano

Com'è il detto? Ambasciator non porta pena… Beh, nel caso nostro, l'ambasciatore, per Best in Sicily, è un perfetto rappresentante del gusto siciliano, inteso a 360 gradi, nel mondo. Quest'anno la categoria, come il nostro premio, festeggerà dieci anni (leggi qui).


(Santo Natoli)

Nella prima edizione, il titolo di “ambasciatore” è andato a Santo Natoli, giovanissimo chef, ai tempi poco più che ventenne, che intercettammo ai tempi in cui lavorara e cucinava per alcuni sceicchi. Tra questi anche i proprietari della Qatar Holding che nel 2010 acquistarono i famosi magazzini Harrods di Londra per la spaventosa cifra di 1,5 miliardi di sterline.

L'anno dopo il premio venne assegnato a Carlo Alfano, un bravissimo importatore di vini, che ha saputo far conoscere, soprattutto in Gran Bretagna, i vini siciliani che sono diventati, anche grazie a lui, vera icona di stile.


(Filippo La Mantia)

Nel 2010 si trona in cucina: tocca allo chef Filippo La Mantia, tra i cuochi italiani più importanti. Iniziò la sua attività a Roma, ora si è spostato a Milano dove ha aperto un ristorante che porta il suo nome. E' il punto di riferimento per chi vuole mangiare siciliano in maniera sublime. Da tanti, però, è contestata la sua scelta di non usare aglio e cipolla, considerati due condimenti imprescindibili della cucina siciliana. Ma La Mantia mantiene la sua filosofia ed offre una cucina siciliana per veri gourmet.


(Nino Graziano)

Poi è venuta la volta di Nino Graziano, chef del Mulinazzo, bistellato Michelin in un ristorante diventato luogo gourmet d'eccellenza alle porte di Palermo. Lui, però, nel 2004 ha preso una decisione: lasciare la Sicilia per la Russia. Mai scelta fu più azzeccata. Gestisce la cucina del Semifreddo, ristorante italiano già avviato a Mosca che diventa presto, sotto la guida di Nino Graziano, avamposto della cucina italiana nella gelida Russia. Fino ad oggi ha aperto 16 ristoranti nella capitale russa, tra cui il Semifreddo Mulinazzo, all’attivo già diversi riconoscimenti della critica, miglior ristorante italiano a Mosca. Ma non solo. Perché a due passi dalla piazza Rossa e dal teatro Bolshoi, ha aperto La Bottega Siciliana, 700 metri quadrati, più di 250 coperti, pizzeria e pasticceria siciliana come marchio di fabbrica (pasta di mandorle, cassata, cannoli e gelato).


(Piero Selvaggio)

Nel 2012 è la volta di Piero Selvaggio, modicano di origine, ma patron di tre ristoranti a Los Angeles. E' ritenuto il miglior ambasciatore della cucina siciliana e italiana all'estero. Negli Stati Uniti, dove contano soprattutto i numeri, a detta dei suoi stessi colleghi è il miglior ristoratore in assoluto. E' il proprietario del famoso Valentino, il ristorante dei vip a Santa Monica e, nonostante la notorietà, continua a tenere particolarmente alle sue origini. Insieme al Valentino, Selvaggio gestisce a Los Angeles altri due locali, Primi e Posto.


(Leonardo Lo Cascio)

Si torna nel mondo del vino nel 2013. Tocca a Leonardo Lo Cascio, fondatore di Winebow Group, che però, ha lasciato nel 2015. Lo Cascio, rinunciando ad una promettente carriera nel mondo della finanza, creò quello che negli anni è diventato il più grande gruppo statunitense di importazione e distribuzione dei fine wine. Diventato ancora più grande nel 2014, in seguito alla fusione con il Gruppo Vintner: un colosso da 1.200 dipendenti e 600 milioni di dollari di fatturato. Ma non solo, perché  in Italia aveva creato la Leonardo LoCascio Selections (Lls), per portare negli Stati Uniti vini da tutto lo Stivale e soprattutto dalle regioni meno conosciute all'estero. 


(Giacomino Drago)

Vive a Los Angeles da 20 anni, ma ha salde radici nel piccolo centro di Galati Mamertino in provincia di Messina. Lui è Giacomino Drago, premio Best in Sicily nel 2014. E' arrivato negli Stati Uniti insieme a quattro degli otto fratelli. I suoi locali, in cui viene offerta l’autentica cucina siciliana, hanno presto ottenuto il riconoscimento di luoghi cult nella scena della ristorazione californiana. Conquistati dai suoi piatti – tramandatigli dalla cucina casalinga della mamma e preparati con conserve, olio, prodotti dell’orto e formaggi prodotti in proprio dai suoi genitori – non solo personaggi dell’upper class e star di Beverly Hills, ma anche molti italiani che sostano ai tavoli di uno dei suoi ristoranti, sedotti da sapori siciliani tradizionali arricchiti dall’originale interpretazione dello chef. 


(Simonetta Agnello Hornby)

Nel 2015 abbiamo aperto il nostro premio anche all'arte e alla cultura. Il 2015 tocca alla scrittrice Simonetta Agnello Hornby nata a Palermo, ma ormai naturalizzata britannica. Nei suoi romanzi, vendutissimi e tradotti in svariate lingue, c'è sempre un forte richiamo alla cultura e alle tradizioni siciliane. Anche quelle culinarie. 


(Roy Paci)

Lo scorso anno premio a ritmo di musica, quella che fa ballare di Roy Paci, il cantautore, trombettista di Augusta in provincia di Siracusa. Un vero talento musicale che porta in giro per il mondo i suoni, i colori e il divertimento della musica siciliana.

C.d.G.